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A proposito di Kavarna

...la passione per la libertà è più forte d'ogni autorità...

Dato che anche a Cremona sono apparsi manifesti di solidarietà e su questo blog sono apparsi scritti di questo loquace individuo, inoltriamo questa triste comunicazione.

Solitamente su questo sito non pubblichiamo comunicati, i quali hanno già parecchie altre vie di diffusione. Facciamo in questo caso una eccezione. Poiché è su questo sito che è apparsa una lettera di chi, detenuto nel carcere da Zurigo dall’inizio di quest’anno, si rivolgeva ai «cari compagni, cari amici»; poiché è su questo sito che è apparso un suo contributo ad un dibattito su «cosa vogliono gli anarchici»; poiché è su questo sito che è apparsa la versione italiana di un manifesto internazionale di solidarietà nei suoi confronti – oggi che costui ha cambiato radicalmente interlocutori ci sembra doveroso quanto necessario rendere pubblica qui in Italia la notizia che non vi è più alcun compagno incarcerato a Zurigo con l’accusa di sabotaggio. Va da sé che sia la sua lettera dal carcere, sia il suo contributo, sia il manifesto solidale, sono stati tolti dalle pagine di Finimondo.

A proposito del prigioniero loquace di Zurigo

Come ex gruppo di solidarietà, con questo comunicato rendiamo pubblica la fine delle nostre attività di solidarietà e di sostegno nei confronti del prigioniero arrestato a Zurigo alla fine di gennaio 2019. Da allora fino ad oggi, egli si trova incarcerato in detenzione preventiva. Questa persona ha redatto una dichiarazione relativa alle accuse mosse a suo carico, tra cui l'incendio di diversi veicoli militari a Hinwill (una cittadina nei pressi di Zurigo) e di un'antenna radio di emergenza della polizia, a Zurigo. Una dichiarazione che non possiamo accettare. Egli ha poi depositato questa dichiarazione presso l’ufficio del procuratore nel corso del suo interrogatorio di chiusura dell'indagine. Dapprima, ha reso dichiarazioni che potrebbero essere utilizzate specificamente contro il compagno contro cui è stato spiccato un mandato d'arresto internazionale, a partire dal luglio 2016, per il medesimo sabotaggio dell’antenna radio della polizia: il prigioniero sembra essere al corrente del possibile uso incriminante della sua dichiarazione contro il compagno in fuga. Poi, in merito alle due accuse, rivolge i sospetti direttamente verso i suoi amici e conoscenti. Inoltre, conferma e completa diverse ipotesi investigative e si dichiara innocente per entrambi i casi. La sola affermazione di innocenza basterebbe ad annullare una solidarietà rivoluzionaria pubblica, perché uno dei suoi pilastri — «né colpevole né innocente» — è stato infranto. Ma con una dichiarazione di tale ampiezza e natura, qualsiasi solidarietà con questo detenuto è diventata per noi impossibile. Tra le altre cose, il gruppo di solidarietà non gli inoltrerà più le lettere che in precedenza venivano trasmesse tramite la biblioteca anarchica Fermento. Continuiamo a difendere gli atti di sabotaggio che sono oggetto di questa indagine/processo, indipendentemente da chi li abbia commessi, e raccomandiamo a tutti di non cadere in speculazioni e pettegolezzi su questa vicenda.   PS: auguriamo al compagno in fuga molta forza, coraggio... e nervi saldi.  

L'ex gruppo di solidarietà inizio settembre 2019

da: Finimondo.org

Tra arte, socialità e ribellione

“Tutti vedono la violenza del fiume in piena, nessuno vede la violenza degli argini che lo costringono.”
Bertolt Brecht

Siamo partiti in tanti, da varie parti d’Europa, con lo scopo di vivere questa avventura in direzione Ibiza.
Siamo individui molto diversi gli uni dagli altri, ma accomunati da una caratteristica imprescindibile: la voglia di stare assieme, divertendoci, senza vincoli e costrizioni imposte di alcun tipo, facendo della libera espressione uno dei principi base delle nostre vite.
In molti avranno pensato che l’abbiamo fatta grossa, che era ovvio che sarebbe andata a finire così, che solo dei folli avrebbero potuto pensare di riuscire a fare un free party a Ibiza, patria della scena commerciale della musica elettronica. Beh, che dire…se non fosse stata una follia in partenza non l’avremmo mai fatta! La proposta era troppo allettante…portare l’underground, la scena non commerciale, ciò che siamo e ciò che facciamo ovunque siamo, nell'isola simbolo dell’industria della musica elettronica…una sfida troppo avvincente per rinunciarci! E così siamo partiti, all’arrembaggio, dalle case, dagli spazi e dagli squat dove abitiamo, per portare la nostra energia e la nostra voglia di fare sul Isola Bianca…per portare la nostra sete di libertà!
E così abbiamo fatto.
Siamo arrivati, abbiamo cercato il posto che potesse essere il più adatto ad ospitare l’evento come ce l’avevamo in mente e, una volta trovato, abbiamo iniziato a fare ciò che sappiamo fare meglio: FESTA!
Una festa libera dalle logiche del mercato, senza ingresso a pagamento, senza condizioni che permettessero di fare dell’evento un’occasione di profitto per nessuno, con tanta voglia di stare assieme in maniera orizzontale, senza dogmi, senza regole imposte dall’alto verso il basso, ma condivise orizzontalmente, senza legge e autorità…e quindi senza polizia.
Eh si, perché la polizia ha la funzione di garantire il potere di pochi su tutti e tutto, è l’organo esecutore dello Stato e chi non vuole stare al suo gioco deve essere spazzato via.
E infatti, anche in questo caso, la Policia Local assieme alla Guardia Civil hanno dato il meglio di loro.
Sono arrivati la domenica, verso ora di pranzo, diretti alla consolle del dj per spegnere la festa. Hanno iniziato a scollegare e a maneggiare in malo modo la strumentazione con lo scopo di sequestrarla e quando le prime persone accorse si sono messe in mezzo sono partite le manganellate…manganellate che alcuni di noi non avevano nessuna intenzione di prendere. E così ci siamo difesi. Ci siamo difesi dai loro manganelli e dai loro spray urticanti, spinti dalla voglia di non delegare a nessuno la difesa nostra, delle nostre amiche e amici e della nostra strumentazione.
La contro risposta delle forze del (dis)ordine la si può immaginare…dopo la ritirata sono tornati in massa, correndo, urlando e sventolando in aria i loro manganelli a cui tanto sono affezionati…sono tornati spezzando braccia, infrangendo parabrezza e finestrini, svuotando e sequestrando attrezzature che erano già sui mezzi (alcune delle quali neanche mai usate) saccheggiando e buttando parecchi beni personali che si trovavano nelle nostre case su ruote, tra cui telefoni, documenti e vestiti.
Fingendo di essere interessati alla loro salute, si sono portati via tutti i cani che c’erano…e in questa situazione di stress, Shiva, cagna tredicenne molto malata, non ce l’ha fatta…
Oltre a questo, il bilancio è di 16 persone arrestate, scarcerate due giorni dopo con l’obbligo di firma per l’accusa di attentato e di circa 70 persone fermate, sequestrate, schedate e denunciate a piede libero con le accuse di disobbedienza, interruzione di pubblico servizio, resistenza a pubblico ufficiale e aggressione a pubblico ufficiale.
E dopo tutto questo delirio, i loro amichetti del cuore, gli scribacchini del potere che in questa società di merda si sono scelti il ruolo di giornalisti, hanno pensato di concludere in bellezza, facendo più di una settimana di articoli infamanti, diffamatori e ricchi di falsità, con l’unico scopo di isolare, denigrare e demonizzare le persone arrestate, le persone fermate e tutto il nostro movimento.
Beh, neanche a questo gioco vogliamo stare, per questo siamo usciti con questo scritto, perché per noi è impensabile non prendere parola dopo quello che è successo, perché per noi è inaccettabile che le nostre vite siano sulle penne e sulle bocche di certa gente, che ne scrive e ne parla senza la minima cognizione di causa e con l’unico scopo di trasformare le nostre esperienze in puro spettacolo da dare in pasto ai consumatori.
…perché si sa, il giornalismo pensa senza il piacere di pensare…
Vogliamo scusarci con tutte quelle persone che hanno aspettato fino ad ora che uscissimo con uno scritto. Non è stato semplice gestire le situazioni post-festa, specialmente quelle legali, specialmente perché tutti lontani da casa. Non è stato semplice fare uno scritto anche perché siamo tutte persone diverse, animate da tensioni diverse, con esperienze e in parte idee diverse…ma questa diversità è la nostra forza!
Vogliamo anche ringraziare tutte le amiche, gli amici, le sorelle e i fratelli che si sono tenuti costantemente in contatto con noi, che anche da chilometri e chilometri di distanza si sono rese disponibili ad aiutarci a gestire questa situazione…perché sappiamo che noi non saremmo nulla senza di voi!
Sempre a testa alta, sempre contro ogni autorità…RAVE ON!

Ibiza’s Free Pirates from Underground Movement

P.S. Per chi volesse aiutarci ad affrontare le spese legali e le spese di organizzazione della festa, sappia che ci aspetta un lungo periodo di benefit…speriamo di vedervi arrivare numerosi! E per chi volesse mandarci un’offerta nell’immediato, scriveteci a ibizafreeparty @ tracciabi.li , saremo ben felici di comunicarvi le coordinate alle quali mandare le vostre offerte…a presto!

LIBERTA' PER VINCENZO!
Nè PRIGIONE Nè ESTRADIZIONE

Vincenzo è stato arrestato l'8 agosto 2019 a Rochefort en Terre dove viveva da anni dopo essersi sottratto ad una condanna spropositata, più di dodici anni di carcere, per aver partecipato al controvertice del g8 a Genova nel 2001. Attualmente è rinchiuso presso il carcere di Vezin le Coquet, vicino a Rennes.

In seguito al suo arresto, in Francia sono nati quasi 30 comitati di sostegno che si pongono l'obiettivo della sua liberazione. Sono state già organizzate diverse mobilitazioni in occasione delle udienze del 14 e del 23 agosto presso la corte d'appello di Rennes. Grazie anche al sostegno e alla solidarietà è stato ottenuto un supplemento d'inchiesta al fine di ottenere dall'Italia tutti i documenti ufficiali del processo di Genova e del relativo mandato di cattura internazionale in quanto al momento ciò che è stato fornito dallo stato italiano risulta lacunoso ed impreciso. Ciò ha permesso di dilatare i tempi della procedura di estradizione che diversamente sarebbe già in corso. La giustizia italiana ha tempo fino al 10 ottobre per fornire quanto richiesto.

Il tempo guadagnato apre un varco che va sfruttato fino in fondo. Per questo come parenti, amici e compagni di Vincenzo ci siamo recati a Rochefort en Terre, dove abbiamo conosciuto le tante persone che lì sostengono Vincenzo con forza e determinazione e a maggior ragione qui in Italia raccogliamo la proposta francese di mobilitazione internazionale per il 14 e il 25 settembre, vigilia dell'udienza che darà risposta alla richiesta di libertà provvisoria per Vincenzo.

Invitiamo tutte e tutti a mobilitarsi il 14 e il 25 settembre, nelle proprie città, per la libertà di Vincenzo e in solidarietà a tutti i ribelli di Genova, con ogni mezzo che la fantasia mette a disposizione.

Amici, familiari e compagn* di Vincenzo

Ciao a tutti/e! 
Sono Robert e dal 6 luglio mi trovo rinchiuso nel carcere di Sassari. Sono accusato assieme a una compagna e a un compagno dell'invio di "buste esplosive" a due pubblici ministeri, Sparagna e Rinaudo, e al direttore del DAP*. All'alba del 21 maggio siamo stati perquisiti e portati in carcere. Io e Beppe siamo stati rinchiusi a Opera, dove abbiamo trascorso un mese nella sezione di "osservazione". Si tratta dell'area in cui vengono collocati i detenuti che devono scontare i 15 giorni di isolamento punitivo o quelli considerati ad alto rischio autolesivo. Nel nostro caso ci siamo ritrovati in quella sezione visto che a Opera non è presente un'AS2 ma "solo" l'AS1, l'AS3 e l'immancabile 41bis. Avendo il divieto di comunicare con gli altri detenuti abbiamo trascorso un mese  in celle singole con il blindo perennemente chiuso e un'ora d'aria al mattino in uno squallido cortiletto angusto. In quella sezione era inoltre proibito l'uso dei fornelletti, per cui ci siamo adeguati al vitto del carcere, quasi sempre immangiabile. Non che avessi mai nutrito qualche aspettativa nei confronti di questi luoghi di annientamento psicologico e fisico. Dopo un mese è arrivato il trasferimento, e mi hanno portato in AS2 a Terni in cui sono rimasto 2 settimane. Non soddisfatti degli spostamenti, il 6 luglio mi hanno trasferito a Sassari dove è presente un AS2 finora utilizzata per rinchiudere i detenuti islamici accusati di terrorismo; evidentemente il 2019 è l'anno in cui sperimentare l'accostamento anarchici/islamici. Questo luogo viene definito dai prigionieri stessi "La Guantanamo d'Italia" per la durezza e per le restrizioni del regime in sè e per la sua lontananza da tutto che, oltre a rendere difficili i colloqui, spiana totalmente la strada all'amministrazione del carcere nel prendere decisioni e provvedimenti in maniera ancora più arbitraria.
In merito all'operazione Prometeo farò un paio di brevi considerazioni. L'inchiesta, condotta dai ROS di Torino coordinati dalla procura di Milano, si rivela l'ennesimo becero tentativo di colpire gli anarchici in quanto tali.
A certi atti i tutori dell'ordine devono per forza fornire una giustificazione, costruire moventi e attribuire responsabilità. I solerti investigatori hanno rivelato anche questa volta le loro doti creative e la loro frustrazione pescando nel mucchio, strumentalizzando miseramente intercettazioni e dialoghi della quotidianità, e aggrappandosi a qualsiasi appiglio pur di dare sostanza ad un nulla di fatto. Corrispondenze con i prigionieri e iniziative di solidarietà diventano i punti chiave su cui far leva per inquisire, e rappresentano il pretesto per inventarsi collegamenti e forzature. Nulla di nuovo che non si sia già visto nelle inchieste che negli scorsi mesi e anni hanno colpito varie realtà.
In questi tempi di isterismo e caccia alle streghe lo stato non perde l'occasione per fomentare la guerra fra poveri istituendo soggetti indesiderati (gli anarchici, gli stranieri, i vandali, etc...) per distogliere l'attenzione dalle nefandezze che quotidianamente attua. E servendosi di provvedimenti vigliacchi e liberticidi tenta in ogni modo di levarsi di torno chi è considerato di troppo e chi ostacola gli interessi dei padroni.
Con parecchio ritardo a causa della censura ho appreso degli scioperi della fame delle compagne e dei compagni, e della mobilitazione che si è creata per rompere l'isolamento e dare eco alla voce e alle lotte di chi è rinchiuso. Trovo interessante che si stia provando a sviluppare un discorso che oltrepassi l'emergenzialità, con l'auspicio di non farsi trovare impreparati in occasioni simili. Mando perciò un forte abbraccio a tutte/i coloro che hanno intrapreso lo sciopero della fame e a chi lotta dentro e fuori queste mura assassine. 
Stragista e terrorista è lo Stato.
Con amore e rabbia, col cuore oltre le sbarre. Daje forte!

Robert

data del timbro della censura: 5/8/2019
data della lettera a cui era allegato lo scritto: 17/7/2019

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Note di trascrizione:
* ex direttore del DAP Santi Consolo, in quanto le accuse si riferiscono al 2017. L'attuale direttore del DAP è invece Francesco Basentini