Tra arte, socialità e ribellione
“Tutti vedono la violenza del fiume in piena, nessuno vede la violenza degli argini che lo costringono.”
Bertolt Brecht
Siamo partiti in tanti, da varie parti d’Europa, con lo scopo di vivere questa avventura in direzione Ibiza.
Siamo individui molto diversi gli uni dagli altri, ma accomunati da una caratteristica imprescindibile: la voglia di stare assieme, divertendoci, senza vincoli e costrizioni imposte di alcun tipo, facendo della libera espressione uno dei principi base delle nostre vite.
In molti avranno pensato che l’abbiamo fatta grossa, che era ovvio che sarebbe andata a finire così, che solo dei folli avrebbero potuto pensare di riuscire a fare un free party a Ibiza, patria della scena commerciale della musica elettronica. Beh, che dire…se non fosse stata una follia in partenza non l’avremmo mai fatta! La proposta era troppo allettante…portare l’underground, la scena non commerciale, ciò che siamo e ciò che facciamo ovunque siamo, nell'isola simbolo dell’industria della musica elettronica…una sfida troppo avvincente per rinunciarci! E così siamo partiti, all’arrembaggio, dalle case, dagli spazi e dagli squat dove abitiamo, per portare la nostra energia e la nostra voglia di fare sul Isola Bianca…per portare la nostra sete di libertà!
E così abbiamo fatto.
Siamo arrivati, abbiamo cercato il posto che potesse essere il più adatto ad ospitare l’evento come ce l’avevamo in mente e, una volta trovato, abbiamo iniziato a fare ciò che sappiamo fare meglio: FESTA!
Una festa libera dalle logiche del mercato, senza ingresso a pagamento, senza condizioni che permettessero di fare dell’evento un’occasione di profitto per nessuno, con tanta voglia di stare assieme in maniera orizzontale, senza dogmi, senza regole imposte dall’alto verso il basso, ma condivise orizzontalmente, senza legge e autorità…e quindi senza polizia.
Eh si, perché la polizia ha la funzione di garantire il potere di pochi su tutti e tutto, è l’organo esecutore dello Stato e chi non vuole stare al suo gioco deve essere spazzato via.
E infatti, anche in questo caso, la Policia Local assieme alla Guardia Civil hanno dato il meglio di loro.
Sono arrivati la domenica, verso ora di pranzo, diretti alla consolle del dj per spegnere la festa. Hanno iniziato a scollegare e a maneggiare in malo modo la strumentazione con lo scopo di sequestrarla e quando le prime persone accorse si sono messe in mezzo sono partite le manganellate…manganellate che alcuni di noi non avevano nessuna intenzione di prendere. E così ci siamo difesi. Ci siamo difesi dai loro manganelli e dai loro spray urticanti, spinti dalla voglia di non delegare a nessuno la difesa nostra, delle nostre amiche e amici e della nostra strumentazione.
La contro risposta delle forze del (dis)ordine la si può immaginare…dopo la ritirata sono tornati in massa, correndo, urlando e sventolando in aria i loro manganelli a cui tanto sono affezionati…sono tornati spezzando braccia, infrangendo parabrezza e finestrini, svuotando e sequestrando attrezzature che erano già sui mezzi (alcune delle quali neanche mai usate) saccheggiando e buttando parecchi beni personali che si trovavano nelle nostre case su ruote, tra cui telefoni, documenti e vestiti.
Fingendo di essere interessati alla loro salute, si sono portati via tutti i cani che c’erano…e in questa situazione di stress, Shiva, cagna tredicenne molto malata, non ce l’ha fatta…
Oltre a questo, il bilancio è di 16 persone arrestate, scarcerate due giorni dopo con l’obbligo di firma per l’accusa di attentato e di circa 70 persone fermate, sequestrate, schedate e denunciate a piede libero con le accuse di disobbedienza, interruzione di pubblico servizio, resistenza a pubblico ufficiale e aggressione a pubblico ufficiale.
E dopo tutto questo delirio, i loro amichetti del cuore, gli scribacchini del potere che in questa società di merda si sono scelti il ruolo di giornalisti, hanno pensato di concludere in bellezza, facendo più di una settimana di articoli infamanti, diffamatori e ricchi di falsità, con l’unico scopo di isolare, denigrare e demonizzare le persone arrestate, le persone fermate e tutto il nostro movimento.
Beh, neanche a questo gioco vogliamo stare, per questo siamo usciti con questo scritto, perché per noi è impensabile non prendere parola dopo quello che è successo, perché per noi è inaccettabile che le nostre vite siano sulle penne e sulle bocche di certa gente, che ne scrive e ne parla senza la minima cognizione di causa e con l’unico scopo di trasformare le nostre esperienze in puro spettacolo da dare in pasto ai consumatori.
…perché si sa, il giornalismo pensa senza il piacere di pensare…
Vogliamo scusarci con tutte quelle persone che hanno aspettato fino ad ora che uscissimo con uno scritto. Non è stato semplice gestire le situazioni post-festa, specialmente quelle legali, specialmente perché tutti lontani da casa. Non è stato semplice fare uno scritto anche perché siamo tutte persone diverse, animate da tensioni diverse, con esperienze e in parte idee diverse…ma questa diversità è la nostra forza!
Vogliamo anche ringraziare tutte le amiche, gli amici, le sorelle e i fratelli che si sono tenuti costantemente in contatto con noi, che anche da chilometri e chilometri di distanza si sono rese disponibili ad aiutarci a gestire questa situazione…perché sappiamo che noi non saremmo nulla senza di voi!
Sempre a testa alta, sempre contro ogni autorità…RAVE ON!
Ibiza’s Free Pirates from Underground Movement
P.S. Per chi volesse aiutarci ad affrontare le spese legali e le spese di organizzazione della festa, sappia che ci aspetta un lungo periodo di benefit…speriamo di vedervi arrivare numerosi! E per chi volesse mandarci un’offerta nell’immediato, scriveteci a ibizafreeparty @ tracciabi.li , saremo ben felici di comunicarvi le coordinate alle quali mandare le vostre offerte…a presto!