Raccontare il carcere a partire dagli episodi di conflitto che in esso e attorno ad esso prendono forma è uno dei tanti modi per ribadire l'inaccettabilità di un'architettura fisica di tortura e del paradigma di potere che rappresenta.
In questa rubrica vengono riportati alcuni aneddoti avvenuti dentro e nei dintorni del carcere di Cremona "Cà del ferro".
Nota:
Il Sappe è il sindacato autonomo dei secondini, il cui segretario generale è Donato Capace.
5 MARZO 2021
Alcuni fuochi d’artificio illuminano il carcere e la campagna adiacente con la quale si vorrebbe mimetizzarlo, confuso tra l’ospedale e la nuova edilizia modulare sempre più simile ad esso per angoscia e forma estetica. Ricordiamo come l’8 marzo dell’anno precedente, nel carcere di Cremona, come in tante altre strutture detentive presenti in Italia e nel mondo, scoppiava la rivolta contro le restrizioni imposte in seno alla diffusione epidemica; rivolta a seguito della quale, tra il carcere di Modena, Alessandria, Verona, Ascoli, Parma, Bologna e Rieti l’intervento delle forze armate provoca quattordici morti e diversi feriti.
14 FEBBRAIO 2021
Alcuni solidali si recano a ridosso della recinzione per salutare un amico arrestato il giorno precedente. Era da qualche giorno, infatti, che nel quartiere da lui frequentato era in corso un via vai tutt’altro che disinteressato di pattuglie e spioni senza divisa. Un tempo, nella Bassa, si sarebbe detto che si sono portati via uno della leggera: chi, tenendosi alla larga dal corporativismo del lavoro legale e illegale, sbarca il lunario violando la legge. A lui il nostro abbraccio.
8 GENNAIO 2021
Tre secondini vengono presi a calci e pugni da un detenuto. I sindacati non perdono l’occasione per rilanciare la pretesa di un organico rinforzato. Ricordiamo invece l’aumento delle privazioni per chi si trova in carcere dalla diffusione dell’epidemia e di come, in seguito alle rivolte della primavera scorsa, continui ad essere in corso un atteggiamento punitivo sia su chi si era ribellato, sia su chi ha provato a raccontare la brutalità della repressione che ne era seguita.
8 MARZO 2020
In serata nel carcere di Cremona, come in quasi tutte le carceri in Italia, scoppia la rivolta contro le ulteriori restrizioni imposte dal decreto del governo per l'emergenza del Corona Virus, come, per esempio, i colloqui interrotti fino al 31 maggio. Tre sezioni del carcere vengono messe a ferro e fuoco dai prigionieri. Dalle gabbie le urla di libertà echeggiano nel circostante.
13 GENNAIO 2020
Alcuni muri della città ci parlano della solidarietà a Paska e dell’odio per qualunque gabbia. Durante la sua carcerazione aveva subito un pestaggio dalle guardie carcerarie durante un trasferimento. Tuttora si trova ai domiciliari dopo la sentenza dell’Operazione Panico. Non sono mele marce! Il monopolio della violenza dello Stato sta anche nella struttura carceraria, la quale lo rappresenta in maniera subdola nella devastazione fisica e psicologica della segregazione.
28 NOVEMBRE 2019
Prove di fuga al ospedale
di Cremona per un giovane detenuto lì trasportato per un ricovero.
Egli, dopo essersi rapidamente liberato di tutore e stampelle, tenta
di fuggire correndo. Non è dato sapere fino a dove sia riuscito a
spingersi; mentre viene reso noto, con tanto di plausi agli aguzzini
e di lamentele per l’organico malconcio, il triste epilogo: il
detenuto viene braccato e nuovamente rinchiuso.
23 NOVEMBRE 2019
Un detenuto si conquista la
libertà dopo averla assaporata durante il “permesso premio” a
lui consesso, il quale gli avrebbe permesso di passare un pomeriggio
fuori dalla prigione, lontano da sgherri e spioni.
22 GIUGNO 2019
Durante la “Due giorni
kavernicola” a Tommy dedicata, un gruppo di amiche, compagne e
solidali, si avvicina al carcere, in cui Tommy si trova imprigionato
da circa tre mesi, salutandolo con cori e fuochi d’artificio. I
detenuti rispondono fischiando e scambiando qualche battuta amara
sulle condizioni di oppressione che vivono all’interno.
L’iniziativa è stata anche l’occasione per ricordare lo sciopero
della fame di Anna e Silvia, rinchiuse insieme a Natasha nella
sezione AS2 del carcere dell’Aquila, ormai da venticinque giorni
senza cibo per chiedere il loro trasferimento e l’immediata
chiusura della suddetta sezione.
2 GIUGNO 2019
Alcuni solidali salutano i
prigionieri e con il cuore Tommy, ancora rinchiuso a Ca’ del Ferro.
Al megafono si è data notizia dello sciopero della fame delle
compagne Anna e Silvia (a cui si sono aggiunti i compagni Alfredo,
Stecco, Marco, Giova e Ghespe), in protesta alle condizioni di
tortura che subiscono nel carcere de L’Aquila.
14 MAGGIO 2019
Per il compleanno di Tommy,
ancora prigioniero nello schifo di una gabbia, alcuni solidali, con
fuochi d’artificio contro le mura del carcere cremonese, fanno
risplendere qualche luce diversa nella notte rinchiusa dei
prigionieri.
27 APRILE 2019
Durante le due ore d’aria
del sabato, un piccolo gruppo di solidali saluta Tommy e i
prigionieri con un po’ di musica e dando notizia di quello che
succede al di fuori delle mura. L’intervento degli sbirri non ferma
la solidarietà.
19 APRILE 2019
Da una cena in solidarietà
partecipatissima al saluto sotto il carcere per salutare Tommy e i
prigionieri, il passo è stato breve. Urla e un po’ di casino sotto
le mura di Ca’ del Ferro hanno tentato, ancora una volta, di
spezzare le notti da incubo incarcerate…
12 APRILE 2019
Un gruppetto di compagne e
compagni ritorna sotto le mura del carcere per salutare tutti i
prigionieri e il nostro amico e compagno Tommy. La luce dei fuochi di
artificio ha spezzato la grigia quotidianità.
8 APRILE 2019
Alcuni nemici delle galere
ritornano sotto le mura del carcere di Cremona. Sotto un bellissimo
sole si è comunicato con alcuni prigionieri per chiedere
informazioni su Tommy. Si va via con qualche urlo di libertà. Nelle
zone intorno al carcere compaiono scritte in solidarietà al compagno
arrestato.
6 APRILE 2019
Nella serata un nutrito gruppo
di solidali torna a salutare i prigionieri sotto il carcere. Le urla
per Tommy, compagno arrestato venerdì, si susseguono insieme a botti
e fuochi d’artificio contro le mura di Ca’ del Ferro. Come dire,
toccare uno di noi è come reprimere tutti noi. Il fango del prato
davanti al carcere non impedisce di esprimere la solidarietà verso
Tommy. Scarpe (fangose) rotte, eppur bisogna andar…
5 APRILE 2019
Amici e compagni di Tommy,
trasferito la sera stessa dentro il carcere per aver resistito ad un
fermo di polizia, accorrono a ridosso delle recinzioni per salutarlo
con calore. Nonostante l’ora tarda, la risposta dei detenuti è
vivace e rabbiosa, aizzata anche dalla presenza degli sbirri che in
modo repentino si avventano ad illuminare col blu delle sirene il
buio della campagna circostante.
6 GENNAIO 2019
Un signore di 52 anni,
detenuto nel carcere di Cremona, si toglie la vita impiccandosi in
cella. Morire in carcere, al di là dei come e dei perché, significa
morire stritolato dalle braccia dello Stato.
31 DICEMBRE 2018
Un gruppetto di solidali
anticipa la mezzanotte per condividere con i detenuti qualche momento
di solidarietà anche la sera dell’ultimo dell’anno. Cori di
libertà e fuochi d’artificio vengono indirizzati verso la
prigione, la quale rimane illumina a lungo da un torcia finita ai
suoi piedi, mentre tutto intorno il fumo satura il buio.
Sono
diverse le città, in Italia come nel mondo, nelle quali si sono
organizzati gesti simili in solidarietà ai detenuti e contro il
sistema carcerario; da anni, infatti, la notte di San Silvestro è
scelta come occasione per manifestare la propria inimicizia verso una
società che sorride e festeggia mentre schiaccia, abbruttisce e
respinge i corpi di chi non condivide i suoi costumi.
17 NOVEMBRE 2018
La sera prima del presidio
in solidarietà a Paska, rinchiuso nel carcere di La Spezia in
sciopero della fame e malmenato dalle merde delle guardie, alcuni
solidali sbucano nel buio per salutare i prigionieri di Ca’ del
Ferro.
Fuochi d’artificio e il calore delle urla dei reclusi
spezzano per un attimo la monotonia repressiva del carcere.
24 GIUGNO 2018
Tre secondini finiscono in
ospedale per intossicazione dopo aver spento l’incendio che un
detenuto aveva appiccato nella propria cella esigendone l’apertura
in modo da poter passeggiare nei corridoi della sezione. Il Sappe non
ha perso l’occasione per encomiare i suoi eroi affumicati, ma
questa volta le circostanze dell’accaduto non hanno permesso di
portare avanti il solito attacco contro il regime quotidiano a
celle aperte – già, il conflitto non è relativo al modo in cui si
gestisce il carcere, è sostanziane alla detenzione stessa.
23 GIUGNO 2018
Un secondino viene ferito
mentre cerca di sedare “la folle intemperanza di un detenuto
straniero”. Queste le uniche indicazione trapelate della
cartastraccia locale attraverso il piagnucolio del Sappe, come se il
ferimento di uno sbirro non possa essere mosso da ragione; come se le
cause che portano a scagliarsi contro degli aguzzini, per il solo
fatto di essere rivolte contro dei funzionari armati dello Stato, non
possano che essere cause prive di senso. Ma ciò che dei torturatori
definiscono come folle non può che suggerirci un comportamento messo
in atto a partire da una certa dose di saggezza.
22 GIUGNO 2018
Un gruppo di detenuti abbozza
una sommossa in solidarietà ad un ragazzo che non accetta di buon
umore l’ordine di dover cambiare cella. Il prigioniero si è
dapprima opposto con le sue sole forze, scaraventandosi contro due
agenti e distruggendo l’arredo circostante; poi, una volta
trasferito, la sua protesta ha trovato il supporto dei nuovi compagni
di sezione, coi quali ha ripreso l’attacco agli agenti convertendo
i suppellettili in oggetti contundenti. Il Sappe sfoggia il peggio
della retorica cercando di invertire i rapporti di potere tra chi
detiene la violenza e chi quotidianamente la subisce cucendo l’abito
di vittima addosso ai suoi mercenari.
21 GIUGNO 2018
Alcuni solidali salutano i
prigionieri con grida di libertà e spettacoli pirotecnici.
Dall’interno della prigione il frastuono di voci e versi esplode in
sincronia coi primi botti che illuminano quel pezzo di cielo ai
margini della città, dimenticato dai più, osservato dai “non
tanto meno” tramite lo spazio angusto di una grata. Che i muri
crollino e la libertà evada!
3 APRILE 2018
Due detenuti vengono trovati
prossimi all’impiccagione nella loro cella. Il segretario del
sindacato dei secondini, Donato Capace, prende parola sulla carta
straccia dei giornali locali pavoneggiandosi un po’ psicologo e un
po’ sociologo nella pretesa di interpretare il gesto dei due uomini
come messa in scena tesa ad ottenere una pena alternativa. Il
significato dell’accaduto non può che essere custodito da chi lo
ha messo in pratica, non certo dalle parole del loro aguzzino.
9 FEBBRAIO 2018
Un gruppetto di solidali,
sbucato dai campi adiacenti la prigione al calar della sera, saluta i
detenuti con urla e fuochi d’artificio. Con un megafono viene
ricordato il ragazzo morto in quelle mura pochi giorno or sono, e
ribadito come di carcere non si debba morire, ma nemmeno vivere: una
società che per sussistere ha bisogno di una struttura del genere,
non è una società che valga la pena di essere vissuta. Il baccano
sviluppatosi dalle celle è stato particolarmente caloroso, uno
strepito composta da battiture, grida di “libertà” ed invettive
contro la polizia.
5 FEBBRAIO 2018
Un ragazzo di 28 anni perde
la vita all’interno della propria cella. Gli aguzzini ipotizzano un
suicido; ma, al di là dell’autopsia, al di là della –
rispettabile – volontà o meno di questo ragazzo senza nome, morire
dentro una patria galera significa andarsene da questa vita strozzati
anche e soprattutto dalla mano dello Stato, della Legge, della sua
Morale.
31 DICEMBRE 2017
Alcuni solidali tornano
dietro le recinzioni del carcere per salutare i detenuti la sera di
capodanno. Anche in altre città italiane, come in diverse città del
mondo, si sono susseguiti concerti e manifestazione fuori dalle
prigioni. Passano gli anni ma le strutture di imprigionamento e
imbruttimento sociale rimangono le sesse.
25 DICEMBRE 2017
Un gruppo di ragazzi saluta
i detenuti con alcuni fuochi d’artificio. Il gesto è ricambiato
con fischi e grida provenienti dalle celle.
27 NOVEMBRE 2017
Quattro secondini finiscono
in ospedale dopo essere stati malmenati da un detenuto che altro non
pretendeva se non la sua libertà: stufo di dover aspettare fino alla
fine del 2019 ha preteso con risolutezza una scarcerazione immediata.
I giornali sbrodolano lusinghe e lodi agli agenti impegnati nel
trattenere il ragazzo; mentre il sindacato di quest’ultimi, il
Sappe, continua la sua pressione affinché si ritorni ad
un’amministrazione carceraria che non preveda celle aperte e ore
libere nei corridoi – richiesta avanzata con sempre più insistenza
ad ogni occasione che li vede in difficoltà. Se ci fosse ancora
bisogno di ribadirlo, non vi è altra soluzione alla detenzione se
non la fine della struttura detentiva stessa.
9 NOVEMBRE 2017
Un detenuto dà fuoco alla
propria cella come reazione alla mancata attenzione da lui richiesta.
La coltre di fumo sprigionata costringe l’amministrazione ad
evacuare l’intera sezione; mentre dodici detenuti vengono portati
al pronto soccorso.
16 SETTEMBRE 2017
Una cinquantina di
solidali sbuca dal buio della campagna per salutare calorosamente gli
uomini imprigionati nel carcere. L’intervento repentino dei
secondini non placa l’entusiasmo degli astanti che riversano sugli
agenti il loro disprezzo nei confronti di galere e carcerieri. Il
baccano creatosi all’esterno è ricambiato con grida e fischi
dall’interno delle celle.
12 AGOSTO 2017
Un secondino si ferisce gamba
e mano nel tentativo di domare un detenuto insieme al fuoco che egli
aveva appiccato nella propria cella come megafono alle sue richieste.
Il “Sappe” ne approfitta per chiedere un rafforzamento del
proprio apparato operativo e per lamentarsi dell’attuale “moda
gestionale” che riconosce al detenuto un aumento del tempo da
trascorrere fuori dalla cella, auspicando così ad una forma di
disciplinamento il più possibile partecipativa.
4 AGOSTO 2017
Un detenuto in regime di
semilibertà si è dato alla macchia scappando dalla finestra della
comunità in cui era costretto. Nei giorni precedenti anche in altre
città si sono verificate alcune evasioni (Volterra, Fossano, Terni,
Mamone, Civitavecchia, Milano). Mentre nel 2016 si contano 6 evasioni
da istituti penitenziari, 34 da permessi premio, 23 da lavoro al
esterno, 14 da semilibertà e 37 mancati rientri di internati.
Rincuora costatare come nelle maglie dell’istituzione penitenziaria
qualcuno riesca sempre a trovare dei buchi da cui fuggire.
21 LUGLIO 2017
Un saluto caloroso ravviva la
nottata dei prigionieri di Ca’ Del Ferro. Un fumo denso sale dalla
base di quelle maledette mura. Nella notte, in una stradona vicina al
carcere per oscurare un po’ la vista da venerdì sera in qualsiasi
squallida discoteca, appeso anche uno striscione malandrino che
recita: “Solidarietà e Evasione per Davide. Libertà per gli
arrestati di Amburgo. No G20 Riots. Daje Ric”.
21 GIUGNO 2017
Un gruppetto di solidali
salutano in questa torbida estate i reclusi. Ricordando al megafono
la tentata evasione di Davide Delogu, l’isolamento di Maurizio
Alfieri e le lotte contro la censura di Alfredo Cospito in AS2,
rompere l’isolamento diviene possibile. Qualche gioco pirotecnico
in aria e a terra illuminano la notte. La risposta dei prigionieri è
stata intensa, al punto da scaldare i cuori dei solidali e con la
promessa di ritornare ancora sotto quelle mura infami.
24 MAGGIO 2017
Nella notte tra martedì e
mercoledì un detenuto cerca di togliersi la vita impiccandosi nella
propria cella. Da quanto si apprende dai giornali, l’uomo si trova
ora in fin di vita presso l’ospedale di Cremona. Solo un mese fa, a
fronte di uno dei tanti episodi di scontro tra guardie e detenuti, il
sindacato di polizia penitenziaria, nel tentativo di tracciare una
proporzione tra allentamento dei dispositivi punitivi e aumento
dell’incapacità di gestire il tempo libero da parte dei detenuti,
imputava l’aumento dei suicidi alla relativa estensione delle ore
da poter trascorrere in sezione con le celle aperte.
15 APRILE 2017
Durante la due giorni in
solidarietà alle compagne e ai compagni fiorentini colpiti dalla
repressione, una trentina di solidali salutano i prigionieri con urla
e qualche gioco visivo. Alla risposta calorosa dei detenuti le
guardie si mettono di mezzo con una macchina di pattugliamento.
Questo non ferma la solidarietà e il "dialogo" fra
solidali e prigionieri. Panico fra le guardie nervose... A pochi
giorni dalla festa della "liberazione" (quale?), liberare i
dannati della terra sembra, ancora, del tutto necessario.
14 MARZO 2017
Sei giorni di prognosi per un
secondino aggredito da un giovane detenuto. Il sindacato di polizia
penitenziaria coglie la palla al balzo per lamentarsi dell'aumento
delle ore libere in sezione, nonché dello scarso sforzo che il bel
paese compie nei confronti dei rimpatri per i prigionieri stranieri.
Come dire: "si, siamo sbirri, quindi razzisti e fascisti".
Ogni riferimento agli starnuti scomposti dell'associazione "Libera"
non è casuale.
19 GENNAIO 2017
Una ventina di solidali
accorre fuori dal carcere per salutare i detenuti e per informarli
sulla sentenza (sei mesi di lavori socialmente utili e seimila euro
di risarcimento danni) avvenuta in mattinata a carico di un ragazzo
accusato di aver gettato della merda al ristorante "Il Violino"
in segno di solidarietà ai prigionieri che, nel settembre 2013,
lanciarono un appello di supporto esterno in seguito ad alcune
proteste avviate all'interno delle carceri italiane.
1 OTTOBRE 2016
Sabato sera in ospedale per
un secondino aggredito da un detenuto. Il Sappe riferisce di una
violenza immotivata; ma senza motivo è solamente la violenza che
tutti i giorni non si riversa contro i gestori dell'architettura
carceraria.
3 SETTEMBRE 2016
Luca, detenuto di 39 anni,
viene ritrovato morto nel letto della sua cella. I giornali parlano
di "morte naturale" ma, al di là dell'autopsia, c'è ben
poco di naturale nel perdere la vita rinchiusi in una gabbia.
27 MAGGIO 2016
Un gruppetto sparuto di
solidali saluta i prigionieri con musica, interventi e fuochi
d'artificio a ridosso delle recinzioni. Da dentro si sente gridare
"libertà".
19 MAGGIO 2016
Per protestare contro le
proprie condizioni di restrizione, un detenuto si ferisce gravemente
il corpo con una lametta. Solo nel 2015 sono 145 gli atti di
autolesionismo contati nel carcere di Cremona.
23 APRILE 2016
Con l'acquazzone sopra la
testa e il sole ormai tramontato, una trentina di solidali saluta con
urla e fuochi d'artificio i prigionieri costretti all'interno del
carcere. Da dentro, il gesto è ricambiato con grida di libertà e
luci ad intermittenza dalle celle.
16 MARZO 2016
Un detenuto posto in regime di
isolamento cerca di togliersi la vita. Il carcere di Cremona risulta
essere quello con il maggiore numero di tentati suicidi in Lombardia.
18 OTTOBRE 2015
Un secondino finisce in
ospedale dopo aver litigato con un detenuto. Il Sappe piagnucola per
il clima di ostilità che i reclusi rinnovato ogni giorno nei
confronti dei loro aguzzini.
25 FEBBRAIO 2015
Un secondino, dopo aver
fatto orecchie da mercante, si ritrova sul corpo la tisana bollente
di un detenuto che a più riprese aveva chiesto di essere portato in
infermeria.
6 OTTOBRE 2014
Approfittando del via vai di
muratori presenti nel carcere per alcuni lavori, un detenuto cerca di
confondersi con loro nel tentativo di conquistarsi la libertà.
Purtroppo è stato fermato prima che riuscisse a varcare l'uscita.
26 AGOSTO 2014
Alcuni detenuti del
padiglione vecchio si rifiutano di entrare nelle celle, si coprono il
volto, impugnano spranghe, distruggono telecamere e oggetti vari
nella terza sezione, fanno scappare le guardie presenti e chiedono
maggiore libertà. Un amico lì presente ci racconta come nella
protesta si cantava "NO TAV liberi", slogan urlato a
squarcia gola dai solidali accorsi più volte nell'ultimo periodo
sotto quelle mura.
19 MARZO 1974
Contro lo spostamento del
carcere da via Jacini a dove ora esso si trova, i detenuti allora
rinchiusi si rivoltano: dopo aver distrutto interamente la terza
sezione e in parte la seconda, salgono sul tetto urlando slogan
contro il carcere, gli sbirri, lo Stato.
La struttura storica di
via Jacini resterà in funzione fino al 1992, anno in cui diventerà
operativa la struttura di via Cà del Ferro: dal cuore della città,
il carcere viene spostato in periferia, lontano degli sguardi e dalle
geografie degli individui.