Atene, Grecia: Ribellione ogni ora, manifestazione ogni giorno
Mercoledì 31 luglio 2019, durante la rivolta nel quartiere di Exarchia (ad Atene) contro la scarcerazione dello sbirro che uccise Alexis Grigoropoulos, di 15 anni, alcuni membri di un gruppo politico hanno interferito con la continuazione della rivolta e hanno tentato di fermarla in via Arachovis.
Lo stesso gruppo politico, che senza motivo attacca gli immigrati a Exarchia, sta chiaramente cercando di controllare la piazza di Exarchia.
Li abbiamo avvertiti di smettere di attaccare gli immigrati senza motivo, altrimenti si troveranno faccia a faccia con noi. Devono interrompere la loro attività contro le rivolte a Exarchia e devono smettere di nascondersi dietro la copertura politica per le attività [riguardanti] gang e teppisti.
Questi gruppi, che si nascondono dietro la copertura politica, non stanno facendo attività contro la mafia, ma stanno attaccando gli immigrati senza motivo.
Molto chiaramente, ciò che questi gruppi stanno facendo è simile al modo in cui gli sbirri si comportano contro gli immigrati.
Per noi è chiaro, se tu, come immigrato, lavori per loro e loro guadagnano da te, non c’è problema nei tuoi confronti, ma se tu (come immigrato) non collaborerai con loro, verrai attaccato con la scusa di essere un criminale.
Steki degli anarchici migranti (via Tsamadou 19, quartiere Exarchia, Atene)
[Tratto e tradotto a partire da actforfree.nostate.net].
Atene, Grecia: Le proteste contro la scarcerazione del poliziotto che uccise Alexis Grigoropoulos si trasformano in rivolta
La scarcerazione di Epaminondas Korkoneas è arrivata dopo che un tribunale, lunedì 29 luglio 2019, ha ridotto la sua sentenza dall’ergastolo per omicidio premeditato a soli 10 anni di carcerazione, sulla sola base di un buon comportamento prima dell’omicidio, il che significa che qualsiasi poliziotto greco può sparare e uccidere bambini perché in precedenza non hanno mai ucciso nessuno. Un altro aspetto oltraggioso del caso è che l’ergastolo è stato ridotto a 10 anni nonostante il fatto che pochi anni fa, durante un processo, ha dichiarato pubblicamente in tribunale che “non chiederà perdono a un ragazzo di 15 anni per avergli sparato”. Allo stesso tempo Vasilis Saraliotis, che era di pattuglia con Korkoneas nella notte dell’omicidio, è stato reputato innocente di qualsiasi crimine, nonostante il fatto che non avesse fatto nulla per impedire al suo collega, accanto a lui, di sparare.
L’omicidio di Alexis Grigoropoulos che ha scatenato la rivolta del dicembre 2008.
6 dicembre 2008, pochi minuti dopo le 21:00 – Punto d’inizio della rivolta di dicembre. Due poliziotti estraggono le loro armi e uno di loro spara contro un gruppo di giovani che vanno in giro il sabato sera, nel cuore del distretto di Exarchia, nel centro di Atene, un’area con una lunga storia di rivolta contro l’autorità e di rivolte per ragioni socio-economiche e politiche, abitata principalmente da anarchici, anti-autoritari e liberali. Il proiettile della polizia arriva nel cuore e uccide il 15enne Alexandros Grigoropoulos.
Non appena la notizia dell’uccisione di Alexis si diffonde, principalmente attraverso internet, centinaia di persone del resto di Atene si radunano a Exarchia, circondata da centinaia di poliziotti antisommossa, che a loro volta infuriano ulteriormente le persone e il quartiere va rapidamente “in fiamme”, con barricate fiammeggianti e attacchi con pietre contro la polizia, durate per tutta la notte.
Quasi dalla stessa notte, la rivolta di Exarchia si diffonde in tutta la Grecia, con attacchi contro le caserme di polizia, anche nei villaggi greci. Proteste e manifestazioni, che si intensificano nella diffusa rivolta in Grecia, tutti i giorni e le notti per le settimane a venire, mentre gli edifici pubblici vengono occupati dai manifestanti in decine di città e paesi.
Al di fuori della Grecia, manifestazioni di solidarietà, rivolte e scontri con la polizia hanno luogo anche in oltre 70 città del mondo, tra cui Londra, Parigi, Bruxelles, Roma, Dublino, Berlino, Francoforte, Madrid, Barcellona, Amsterdam, L’Aia, Copenaghen, Bordeaux, Colonia, Siviglia, Sao Paulo, comprese Nicosia e Paphos a Cipro, dimostrano per la prima volta, prima della “Primavera araba” che le persone possono diffondere le notizie e reagire attraverso proteste, in tutto il mondo, per la stessa questione, da San Francisco a Wellington, da Buenos Aires alla Siberia.
Mentre i disordini sono stati provocati dall’omicidio di Alexis Grigoropoulos da parte della polizia, le reazioni sono durate così a lungo semplicemente perché sono state radicate in cause più profonde, come la crisi finanziaria in arrivo un anno dopo (in Grecia), che era già stata avvertita dalle classi più povere e dalle generazioni più giovani attraverso l’accrescimento del tasso di disoccupazione e un sentimento di generale inefficienza e corruzione delle autorità, delle istituzioni e dei politici di destra dello Stato greco (principalmente i partiti politici “Nuova Democrazia” e “PASOK”).
[Tratto e tradotto a partire da actforfree.nostate.net].