Abbiamo ricevuto questo secondo contributo in risposta all'orribile e inaccettabile scritto "Distinti saluti! Alcune riflessioni sul femminismo, sulle dinamiche di ammaestramento e sul tentativo di americanizzazione delle lotte”, apparso sul bollettino n.4 dello spazio Luna Nera di Cosenza. Lo divulghiamo volentieri e ringraziamo la compagna nel deserto che ce lo ha inviato.
Mio malgrado, rispondo a un articolo contro il femminismo uscito da un
giornale anarchico. Il titolo è "Distinti saluti!", un articolo pieno
di stupidità a cui avrei volentieri fatto a meno di rispondere, ma
visti gli ultimi articoli e comunicati che stanno venendo fuori da
parecchi/e anarchicx, come anarchica e come femminista mi sento di fare
uscire le mie ragioni, perché di ste cazzate se ne sentano sempre meno,
o che almeno ci siano risposte in questo vuoto deprimente che sta
risucchiando parecchi/ie di noi.
Ho usato il plurale e il singolare per parlare alla persona o alle
persone che hanno scritto l'articolo a cui vado a ribattere, perchè non
so se è un singolo/una singola o se sono più persone.
Avverto che in questo articolo parlo di stupro, e i toni che utilizzo
sono senza filtri.
L'articolo "distinti saluti!" è la solita accozzaglia di riflessioni
che leggo da svariati anni contro il femminismo. Dopo il best seller
"miseria del femminismo" e altri fantastici articoli come quello di
una compagna anarchica in carcere uscito su un altro giornale
anarchico, ecco che mi sono decisa a rispondere a questa serie infinita
di cazzate.
Per prima cosa infatti mi balza all'occhio la miseria con cui si
screditano certe lotte: il femminismo (ma potrei anche citare
l'antispecismo) viene visto come una lotta di bassa lega, riformista e
parziale, anzi addirittura controproducente in quanto rafforzerebbe il
sistema capitalista.
Queste deduzioni vengono fatte senza aver nessuna idea di cosa sia il
femminismo, ma anzi citando solo quei movimenti più riformisti che
chiedono il diritto al voto, più posti di lavoro per le donne e più
potere, pene più severe agli uomini che fanno violenza fisica e
psicologica a una donna.
Anche l'antispecismo viene visto dai sacerdoti dell'anarchia come una
lotta per dare voce a chi non ha voce e farli entrare nello stato di
diritto. Comunicati, azioni, campagne (da cui bisognerebbe prendere
esempio) fatte da antispecistx o femministe non contano, vengono sempre
relegati ai piani più bassi come mere scelte, esigenze e gusti personali
e che devono restare nel campo del "personale".
Quelli come voi che scrivono articoli di 20 pagine per sproloquiare
contro tuttx, farebbero meglio a non girare la frittata per affermare le
proprie ragioni. Nell'articolo (ma purtroppo anche le mie orecchie ne
hanno sentite tante) prendete in considerazione un tipo di femminismo
che non mi appartiene, è inutile che stiate a fargli le pulci; o forse
se lo fate è perchè siete cascati anche voi nelle maglie della società
dello spettacolo e quindi conoscete solo un certo femminismo mainstream.
Conoscete solo Emma Goldmann? (che citate tanto, se l'avessi citata io
come femminista sareste pronti a scrivere un libro sulle sue malefatte);
conoscete solo "miseria del femminismo" come la maggior parte della
galassia anarchica che, sentitasi in dovere di approfondire il
femminismo, ha pensato bene di leggersi solo quel librucolo pieno di
superficialità? Beh, comodo andarsi a leggere quella miseria, d'altronde
se uno parte già prevenuto su una lotta, perché capirla, meglio leggersi
una critica già bella pronta, editata da una casa editrice anarchica a
cui dare credito (perché gli anarchici hanno sempre ragione).
Dunque dove eravamo, ah già, criticate dunque un femminismo che io come anarchica rifiuto, e così tanti altri femimnismi o teorie femministe che
mi fanno cagare (Haraway e xenofemminismo - conoscete solo quelli perché sono in tutte le librerie). Potrei citarvene altri di femminismi che non
approvo, ma con questo non è che allora decido che non sono femminista;
così come mi fanno cagare tanti anarchici e non mi ci trovo, non è che
non sono più anarchica. Coltivo con grande amore e passione la mia anarchia e il mio femminismo, così come coltivo
tante altre istanze che, insieme, interconnesse mi danno una visione
molto chiara delle egemonie di potere.
Brevemente smonterò la tua convinzione che le femministe sono vittime e
assistenzialiste, insomma delle crocerossine, soffermandomi sui centri
antiviolenza e sportelli per la salute della donna che critichi. Non è
sempre un approccio assistenzialista, e non tutti questi centri aperti
sono stati istituzionalizzati; visto che non lo sai puoi prendere come
esempio l'ambulatorio popolare di Milano aperto da tantissimi anni che
ancora oggi rifiuta qualsiasi patteggiamento e resiste allo sgombero.
Per come li conosco io non vogliono sostituire lo Stato con servizi
migliori e dedicati, ma combattono il sistema sanitario
istituzionalizzato!!
Ah, e già che ci sono, evita di parlare di aborto e maternità, ci sono
già i preti e la scienza che mi entrano nelle mutande e straparlano a
caso dei nostri corpi provando evidentemente un piacere morboso.
Sai, caro/a scrittore anarchicx, se cominci un articolo facendo lo
storico senza conoscere la storia, rischi di fare revisionismo: usi
strumentalmente un certo femminismo (quello più conosciuto, mainstream)
per rafforzare le tue astruse tesi, sei un impostore. Il capitalismo ti
ha imbrogliato, perchè scrivi di ciò che ha più potere: un femminismo
riformista che viene ascoltato, digerito e riformulato dal capitalismo.
Insomma, la tua ignoranza dilagante ti fa solo vedere ciò che c'è in
superficie, e ti fa anche comodo per sputare merda su tutto ciò che
esce dai confini della tua idea di anarchia.
Non è che come anarchici abbiamo la fortuna di aver trovato il portale
della verità, e che non abbiamo bisogno di metterci in discussione. Non
è che a un tratto sappiamo tutto, comprendiamo e rifiutiamo qualsiasi
subalternità che crea razza, sesso, genere specie e classe. Secondo
alcunx compagnx, i rapporti tra anarchici sono i migliori, non temono
rapporti di potere, soprattutto non esistono differenze sessuali...però,
come mai accadano tante violenze agite da uomini su
compagne non si sa... ah no anzi si sa: "Lo stupro è ovunque per le
femministe, è un modello di interpretazione cui rapportare ogni azione
umana" (Miseria del femminismo).
Secondo voi,una compagna potrebbe sbarazzarsi di uno che la “ostacola”
infamandolo con un’accusa di stupro? Queste accuse sono gravissime.
Come se fosse facile sbandierare una violenza, parlare all'infinito di
quello che le è successo, farsi carico di pressanti interrogatori da
parte di mille compagni! Davvero il livello del vostro pensiero si ferma
qui? mi sto pentendo di scrivervi...
Le violenze all'interno dei nostri circoletti con l'A cerchiata ci sono
eccome! e sapete qual'è la differenza tra ieri e oggi? che ieri una ha
avuto il coraggio di smerdare le malefatte di un compagno stupratore, e
molte altre hanno preso il coraggio di fare altrettanto e di darsi man
forte a vicenda. Non siamo mai state zitte, i nostri cuori erano (e
sono) bombe a orologeria.
Quindi l'autore dell'articolo invece che chiedersi "perchè tante donne
"denunciano" violenze tra gli ambienti anarchici?" passa subito
all'attacco con l'aggressività passiva. Ovvero, fa la vittima criticando
il vittimismo delle sopravvissute e di tutte le persone che la
sostengono.
Cari anarchici ottocenteschi, leggete qualcosa di meglio delle quattro
minchiate che avete letto: vi consiglio Nicoletta Poidimani, che da anni
ragiona, come femminista, sul post-vittimismo; detto in altre parole
accusa le istituzioni e lo Stato di vittimizzare le donne che subiscono
violenza fisia e psicologica e sprona all'autodeterminazione.
Che bassezza quindi fare di tutta l'erba un fascio! Eppure sono convinta
che sai che esiste un altro tipo di femminismo, quello che decide di
regolare i conti a modo suo, ma non lo citi. Forse per te il
patriarcato non esiste, era qualcosa che esisteva ai tempi dei
primitivi, quando esisteva anche il matriarcato. Insomma, roba vecchia,
ciarpame inutile, anzi inesistente.
Poi, ecco che ricadi di nuovo nello stato in cui meglio ti trovi: il
vittimismo. Piagnucoli che le donne sono ossessionate dal sesso, che a
furia di parlare di stupri temono il sesso, la penetrazione! e quindi
vittimizzi il tuo potere desiderante che viene censurato (povera
vittima...), viene zittito; anzi il tuo desiderio è costretto a leggersi
"il grande manuale degli approcci" prima di affiorare. Povero
il tuo desiderio, oh povero compagno che stasera avevi proprio voglia di
dare sfogo ai tuoi istinti alla festa del tuo posto anarchico preferito
e invece ecco le cagacazzi femministe che imbrigliano la tua animalità.
(l'animalità la tiro fuori perché è lì che di solito si finisce quando
si parla di approcci; istinto sessuale, animalità divengono grandi pregi
da sfoggiare quando fa comodo).
Vittimizzarsi è uno strumento becero, sembra che lo sappia anche tu, ma
non vedi quando sei tu ad usarlo. E lo utilizzi come un'arma per
sentirti protetto e senza l'obbligo di riflettere sulle tue azioni.
Le parti migliori comunque cominciano quando sfoderi la spada in difesa
della cultura dello stupro.
Parli solo del tuo desiderio, un desiderio a senso unico, egoista (ben
diverso è l'approccio egoista di Stirner) e prevaricatore. Il tuo
desiderio non tiene minimamente in considerazione il desiderio
dell'altrx. Il consenso non vuol dire aderire al "grande manuale degli
approcci" ma vuol dire ascoltare veramente quello che desidera anche
l'altra persona!! Volere che un desiderio si avveri, costi quel che
costi, è indicatore della consapevolezza del tuo potere: vuoi che il tuo
desiderio venga soddisfatto ancora prima che un corpo desiderabile possa apparirti;
quando compare, si trasforma in un "mezzo" per trarne soddisfazione. Ti
senti completo e forte quando sei soddisfatto, senza contare quello che
prova il "mezzo" (soggetto) di cui hai approfittato.
Smettetela di cadere nei vostri stessi tranelli in cui vedete manuali di
comportamento, se esistono è solo perché in tutti questi anni in cui vi
abbiamo parlato, urlato o picchiato non avete ancora capito che il
desiderio deve essere reciproco!!!! Perché devo arrivare a tirarvi un
pugno in faccia per farvi capire cosa desidero? perché devo essere
obbligata a vivere (tra persone che ritengo fidate) difendendomi? perché
devo sentire lo sguardo che spoglia, la battuta sessista, la palpata di
culo anche tra compagnx?
Perché mi dici che il sessismo non esiste se tanto tu non te le vivrai
mai queste cose che vivo ogni giorno? Non venitemi a dire che le sentite
come fossero successe a voi, perché da quello che scrivete si denota che
non avete nessuna empatia, nessun senso di solidarietà.
Consigliare che modo usare per approcciare non vuol dire normare gli
approcci, ogni evento è differente e va affrontato con responsabilità.
Oltretutto screditare esempi di approcci non invadenti dicendo che "in
questo modo gli approcci vengono normati" mi pare ridicolo... perchè gli
approcci etero non sono normati? hai una visione miope del mondo, fai
caso solo a quelli che ti scomodano.
Sono usciti vari opuscoli che parlano di cultura dello stupro e di
patriarcato; il linguaggio che viene usato (sopravvissuta, agire una
violenza ecc) non fa scomparire il problema, ma fa capire che certe
parole sono problematiche: tanto per dirtene una, chi ha subito una
violenza non la chiamo vittima, proprio perchè rifiuto questo ruolo che
il patriarcato vuole sempre appiopparci. Negli anni però ho visto tanto
tanto vittimismo da parte degli stupratori, o autori di violenze e
molestie. Un vittimismo che ricade malamente sulle teste di tanti altri
compagni e compagne che magari vorrebbero dare risposte migliori e fare
riflessioni più acute del tuo piagnisteo.
Citando l'opuscolo "violenza sessuale negli spazi anarchici" lamenti che
sottolinea di "credere alle parole della sopravvissuta" e che quindi
questo suggerimento diventi un dogma per le femministe. No, mio caro,
non è un dogma, è un sottolineare con Forza quello che non viene e non è
mai stato fatto: ascoltare la persona sopravvissuta e non metterla
continuamente davanti a dubbi, critiche e interrogatori.
Questo al momento è quello che hanno fatto praticamente tutti gli
anarchici che hanno ascoltato la voce del molestatore e hanno deciso di
fare il contro interrogatorio alla donna (l'altra opzione tra le
più gettonate è che neanche la si ascolta). Allora, chiedo a Lei, Grande
Risolutore di Conflitti, cosa cazzo vuoi fare in realtà? Pensi davvero
che "credere alle parole della donna farà cadere in una realtà
accusatoria pazzesca"???? Cosa credi che accada ogni volta alla donna
che alza la voce e racconta la sua storia di merda? ok, te lo spiego:
arrivano le solite accuse (molte sono simili a quelle con cui ci hanno
bruciato sui roghi durante l'inquisizione), e in effetti sembra di
vivere l'inquisizione, perchè ultimamente oltre alle accuse di pazzia e
isteria ci si sta "evolvendo" e gli stupratori tirano fuori faldoni di
prove contro di lei, e scrivono letterine di minacce a chi è dalla
parte della donna. Poi capita che costoro li vedi e li vuoi pure
affrontare, ma scappano perchè sono dei codardi e non hanno
argomentazioni. Negli anni ho capito che a voi anti femministi piace
tanto criticare qualsiasi atto di rivolta al patriarcato perchè tanto a
voi manco vi sfiora! (e anche qui sbagliate, perchè il patriarcato
riguarda anche voi uomini, ma le scranne del potere sono così comode!)
Infine, prendendo ad esempio l'opuscolo "violenze sessuali negli
ambienti anarchici", io vedo un tentativo di dare una bussola nel caos
che si crea dopo un caso di violenza sessuale. Alcuni esempi possono
aiutarci in momenti in cui non sappiamo cosa fare per aiutare,
semplicemente questo. Sminuire la frase "credi alla sopravvissuta"
facendola passare come un imperativo è l'ennesimo giochetto fuorviante
per accreditare le tue tesi di difesa dello stupro.
Sempre a dirci cosa fare, cosa dire, come comportarci; se creiamo bande,
se formiamo gruppi di amiche per un supporto post-trauma, se facciamo
autodifesa ecco che avete pronta una critica da portare.
Forse sentite le vostre scranne traballare? Sei sicuro che siamo noi
donne a volere sostituirvi nella presa di potere, o forse siete voi a
lottare contro il femminismo per mantenere i vostri privilegi?
Al rogo non ti ci mando, non ti preoccupare. Se i roghi sono accesi è
perché stiamo tornando dall'inferno. E non staremo mai zitte.
Prima che mi dimentico, grazie per i distinti saluti, contraccambio con
uno sputo in faccia.
un'anarchica nel deserto,
una femminista che danza con gli spettri