A lume acceso
Andate anche da chi ha i nervi a pezzi, dagli schiavi delle convenzioni,
Portate loro il mio disprezzo per i loro oppressori.
Andate come un'onda d'acqua fresca,
Portate il mio disprezzo per gli oppressori»
Ezra Pound
Abituati ad essere gagliardi con i deboli e proni con i forti, i camerati del terzo millennio non se ne capacitano. Dopo la chiusura della prima sede in seguito alle polemiche successive all'omicidio di due ambulanti senegalesi da parte di un loro militante, e dopo un breve periodo di calma trascorso letteralmente all'ombra degli amichetti della Questura, da circa un anno era loro tornata la tentazione militante di «strappare il territorio» aprendo una libreria nel quartiere di Coverciano, a qualche centinaio di metri in linea d'aria da uno spazio occupato anarchico. Il nome scelto per questa iniziativa è indicativo, Bargello, che nel medioevo indicava non solo il Castello ma anche il capitano militare incaricato di difendere la città e l'ordine contro le rivolte. Il che è del tutto in linea con la passione degli italioti camerati per l'esercito e le sue gesta belliche.
Ma considerato tutto ciò, cosa si aspettavano che accadesse? È davvero il minimo che qualcuno vada a portare loro, come un'onda diurna o come un lampo notturno, il proprio disprezzo per questi domestici di oppressori, schiavi delle convenzioni e con i nervi oggi piuttosto a pezzi.
Chiamiamo gatto un gatto
“Sostenere una rivalutazione degli aspetti innovativi e di promozione sociale del ventennio”: questo, secondo una nota della Direzione Centrale di Polizia, sarebbe uno dei meriti di Casapound, il gruppo di estrema destra autodenominatosi “fascisti del terzo millennio”; difficile dire quali siano questi “aspetti innovativi del ventennio”: tornano alla memoria la promulgazione delle leggi razziali nel 1938; la partecipazione attiva e complice allo sterminio di milioni di ebrei, zingari, omosessuali, disabili e oppositori politici; le avventure coloniali che hanno comportato una carneficina tra le popolazioni di Libia, Eritrea e Somalia; o ancora le violenze squadriste, i campi di concentramento, gli omicidi selettivi, l'italianizzazione forzata di alcune zone di confine... Questo, e tanto, tanto altro ancora, richiama a noi quella parola “fascisti”, che non pare scandalizzare – ma ciò è ovvio – la polizia italiana, e neanche illustri esponenti politici nazionali e locali che, con simile materia escrementizia, non hanno pudore ad accompagnarsi. Alcuni di questi illuminati politici salentini, li abbiamo visti sedere più volte accanto a questi fascisti che rivalutano gli aspetti innovativi del ventennio, e non abbiamo remore a farne i nomi: Adriana Poli Bortone, parlamentare italiana ed europea, ex sindaca di Lecce, ex ministro; Saverio Congedo, consigliere regionale; Simona Manca, assessore – udite! udite! – alla Cultura della provincia di Lecce!
Siccome siamo persone semplici, che chiamano gatto un gatto, ci sembra ovvio chiamare fascista chi si accompagna ai fascisti, prende parte attiva alle loro iniziative e li abilita politicamente. Qualcuno, giustamente, tace davanti a ciò, sentendosi magari elogiato da questo disgustoso aggettivo, ma qualcun altro non ci sta a farlo sapere in giro, e presenta querela. È il caso di Simona Manca, assessore – Udite!! Udite!! – alla Cultura della provincia di Lecce! È per questo motivo che a fine gennaio si è aperto un processo contro 9 anarchici e antifascisti, dai quali la succitata Manca pretende un risarcimento complessivo per – Udite! Udite! – 630mila euro! In realtà ancora non si capisce bene se tale cifra sia richiesta per essere stata definita fascista, oppure politicante o, ancora, faccia da culo. Per quanto riguarda la prima affermazione, le sue numerose partecipazioni alle iniziative dei fascisti del terzo millennio parlano da sole; riguardo le altre due, bisognerà dimostrarle con appositi raffronti... Non per risultare innocenti agli occhi della Legge, sia chiaro, cosa peraltro impossibile: se l'organo repressivo dello Stato Italiano esalta e coccola un partito di “fascisti del terzo millennio”, è ovvio che l'organo inquirente dello Stato Italiano difenda i fiancheggiatori e complici di quegli stessi fascisti.
Fascisti, fiancheggiatori e complici: proprio come coloro che, sul finire del secondo conflitto mondiale, furono oggetto delle giuste ritorsioni degli oppositori e delle popolazioni che avevano picchiato, represso, ucciso, internato... La mistificazione storica che si celebra con la “Giornata del ricordo” parla di tutti coloro che si erano resi responsabili o complici di sopraffazioni ventennali a danno di intere popolazioni le quali, al momento propizio, hanno fatto giustizia, colpendo tutti coloro che avessero i contrassegni del vecchio potere. Ecco la funzione ideologica della “Giornata del ricordo”: stigmatizzare quella vendetta come un eccesso insensato, ed equiparare vittime e carnefici nel nome di una memoria condivisa.
Ecco perché è importante marcare bene la differenza prendendo le distanze, per esempio, dal fascismo: che si tratti di quello del secondo o del terzo millennio non cambia nulla. Ecco perché è fondamentale condannare e disertare – nei fatti – aspetti quali l'odierno razzismo manifesto o strisciante, le guerre di conquista neocoloniale portate avanti dagli Stati – Italia compresa –, i pattugliamenti anti-immigrazione o i moderni campi di internamento per stranieri poveri; perché non farlo significa trovarsi in quella zona grigia che è, quantomeno, implicita condiscendenza, quando non diretto collaborazionismo. Come nel caso di Simona Manca che partecipa alle iniziative di Casapound che – e torniamo alle illuminanti parole della Direzione Centrale di Polizia – con la Lega Nord “condividono l'opposizione alle politiche immigratorie”.
È così che la polizia chiama il razzismo.
Anarchici
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Martedì 9 febbraio, dalle 18, Piazza S. Oronzo - LECCE
Presidio informativo su vecchi e nuovi fascismi
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