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Ieri abbiamo assistito all'assoluzione per 10 compagni di Crema e di Cremona, accusati di radunata sediziosa, manifestazione non autorizzata e accessione di oggetti pericolosi (fumogeni), per i fatti riguardanti alla contestazione No Tav ad un comizio di Bossi, allora segretario della xenofoba Lega Nord, in piazza a Crema il 27 aprile del 2012.

Oggi, invece, Vivi e Aro sono stati condannati in primo grado a 1 anno e 2 messi senza la possibilità di sospensione della condizionale per gli scontri avvenuti fra antifascisti e polizia, il 12 dicembre scorso a Formigine (Modena), durante una contromanifestazione antifascista per opporsi alla calata dei fascisti di Forza Nuova, vigliaccamente presenti per contestare la presenza di migranti in un albergo del paese modenese, essere umani scappati da paesi in guerra, dove durante gli scontri fra antifascisti e polizia, Vivi e Aro furono arrestati e incarcerati per due giorni nel carcere di Modena.

Il Tribunale di Modena si è riservato 5 giorni per decidere se mantenere o meno le misure cautelari, obbligo dimora nella provincia di Cremona e rientro notturno obbligato nella case in cui risiedono, che gravano ancora sui nostri compagni.

Tutto questo non fermerà l'opposizione al fascismo dilagante nelle strade.
E' in atto l'ennesimo processo repressivo ad un crimine chiamato antifascismo.
Solidarietà a Vivi e Aro e a tutte/i le/i compagne/i colpite/i dalla repressione.

Nei prossimi giorni faremo uscire alcuni riflessioni in merito.

complici e solidali con Vivi e Aro

Sabato 28 febbraio, la polizia ha fatto visita a tre compagni, notificando quattro denunce: per tutti tre i compagni vengono contestate le accuse di radunata sediziosa, articolo del codice penale proveniente dal Codice Rocco di epoca fascista, per la contestazione del 6 febbraio dell'anno scorso, riferita alla commemorazione delle Foibe da parte delle merde di Casa Pound, dove un gruppo di antifascisti contestarono i fascisti e subirono due cariche da parte della polizia. Ad uno dei tre compagni è stato anche notificato un surreale imbrattamento avvenuto in concorso con altri, contestandoli una scritta in solidarietà ai No Tav arrestati, ai detenuti in lotta nelle carceri e a chi si ribella in strada.

Questi atti repressivi avvengono in una città ancora segnata dall'aggressione squadrista ad Emilio, avvenuta il 18 gennaio scorso, da parte di alcuni fascisti di Casa Pound. Dopo quell'aggressione, un corteo antifascista rabbioso e gioioso ha risposto con un pomeriggio di rivolta ricordando a fascisti, autorità conniventi, uomini in divisa e cittadini indifferenti che quando toccano un compagno, toccano tutti noi. Non hanno pagato tutto, ma hanno pagato caro...

Oggi, queste denunce, entrano in un quadro più ampio di repressione: l'attacco agli spazi sociali cremonesi, gli arresti di Vivi e Aro (compagni di Cremona arrestati e che verranno processati con sentenza immediata fra due giorni, per i fatti di Formigine del 12 dicembre scorso per le cariche della polizia contro gli antifascisti durante una contro-manifestazione, in risposta al presidio vigliacco dei fascisti di Forza Nuova contro dei migranti ospitati in un albergo, scappati da paesi in guerra), la canea mediatica e la repressione annunciata per la rivolta del 24 gennaio, sono tutti fatti chiari di come si voglia mettere al bando e reprimere l'antifascismo nelle strade, nelle piazze, nel quotidiano e lo spirito di ribellione contro questa società in putrefazione.

Infine, la finta chiusura di Casa Pound nella sede di via Geromini ha lasciato di stucco solo quelli che credono alle fandonie continue del potere. Veramente qualcuno pensava che i complici dei fascisti cremonesi, cioè istituzioni, divise di ogni genere e chi regge il potere economico, potessero realmente chiudere il covo dei neofascisti del terzo millennio?
Questo sta ad indicare ancora di più che solo la lotta, individuale e collettiva, può chiudere Casa Pound a Cremona, senza delegare niente a nessuno!
Da Lecce a Formigine, passando tra Cremona e Trento, per arrivare a Roma, l'odio per i fascisti in camicia verde o nera riempe le strade...

E adesso? Metterci nella serena prospettiva che non ci sarà più ritorno alla normalità per abitare questa irreversibilità, ci sembra urgente e giusto.

Solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione!
Emilio resisti!

alcuni anarchici di Cremona

Oggi 26 febbraio, si è tenuta l'udienza del processo contro i nostri compagni Vivi e Aro, sui fatti di Formigine (a questo link trovate le info:  https://csakavarna.org/?p=1790 )

In aula i compagni hanno letto le dichiarazioni spontanee. L'udienza è stata rinviata a giovedì 5 marzo, in cui, presumibilmente, si emetterà sentenza.

Intanto permangono le restrizioni di obbligo di dimora nella provincia di Cremona e di rientro notturno nelle case dove risiedono.

Appuntamento giovedì 5 marzo ore 11 per sentenza, davanti al Tribunale di Modena in corso Canalgrande.

E' in corso un processo, l'ennesimo, contro l'antifascismo!

Solidarietà a Vivi, Aro e a tutte/i le/gli antifasciste/i sotto processo. Emilio Resisti!

Otto sorvegliati?

Non sono cinque, i compagni che la Procura di Torino vorrebbe sottoporre alla misura della Sorveglianza speciale, ma otto. La lista si è allungata improvvisamente in questa ultima settimana, tanto da consigliare al Tribunale di rimandare l’udienza già fissata per i primi cinque al 26 febbraio a data da destinarsi, in modo da affrontare in una mattina sola tutte e otto le pratiche. La settimana scorsa, come ricorderete, vi avevamo proposto una raccolta di ciò che abbiamo scritto in questi mesi e in questi anni intorno a questa misura di prevenzione e pure delle ipotesi che mano mano ci siamo fatti sulle strategie in base alle quali la Procura oggi e la Questura ieri l’hanno man mano proposta. Questo lievitare improvviso della quantità degli aspiranti sorvegliati - e otto non è neanche detto sia il numero definitivo - ci fa dire che almeno oggi tutto è molto più semplice e lineare di quel che pensavamo: la Procura di Torino, banalmente, vuol mettere fuori servizio il maggior numero di sovversivi possibile, e con tutti i mezzi che ha a disposizione. Divieti di dimora, custodie cautelari prolungate, misure di prevenzione, il tutto usato generosamente e più o meno a pioggia. Ritorneremo senza dubbio su questi punti. Per adesso tenetevi liberi per il presidio di sabato in Barriera di Milano, del quale vi abbiamo già parlato, ascoltatevi il piccolo approfondimento andato in onda questa mattina sulle onde libere di Radio Blackout, che vi appiccichiamo qui sotto e, soprattutto, godetevi e fate circolare il corto contro la Sorveglianza speciale che trovate in cima a questo post.

macerie @ Febbraio 24, 2015