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Notte della terra

Roger Bernard (1921-1944) impara il mestiere nella tipografia del padre, ma la poesia lo travolge fin dalla prima gioventù. Trascorre l'adolescenza chino sui libri, a perfezionarsi, a scoprire i segreti dell'alchimia del verbo. I Chantiers de Jeunesse – organizzazione paramilitare che doveva sostituire il servizio militare, all'epoca abolito – lo annoiano, per cui al suo ritorno cercherà la rude compagnia di chi lotta contro l'invasore croceuncinato. Si unisce alla Resistenza, assieme alla sua compagna incinta, nella valle di Calavon, e qui fa la conoscenza del capitano Alexandre, il poeta René Char. È a lui che, fra un sabotaggio ed un altro, leggerà le sue poesie. Il 22 giugno 1944 Roger Bernard cade nelle mani dei nazisti. Farà appena in tempo ad inghiottire il messaggio che sta portando, prima di venir fucilato in mezzo alla strada dopo aver rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda. Straziato e sconvolto, René Char lo ricorderà più volte nei suoi Fogli d'Ipnos.  

***  

Non passare sotto l'albero:

Piove una dolcezza troppo pesante da sopportare!  

Notte della terra, proteggimi! che il mio scheletro non sia più triste e battuto come la terra schiacciata da un portico di chiesa. Non sono brutto. Faccio solo paura. Ma lo spavento è gioia isterica. Sono colui che si vuole resuscitare. La carogna puzza sul tetto;

E tutto muore di respirare. Un solo buon odore mi piace: quello della radice. No. Non voglio rinascere grano identico a quello che si è seminato – pesante, uniforme ma sottilmente distinto come i dodici grani di mezzanotte! Sono colui che non resusciterà!  

Addio biancore tagliente d'estate. Addio cotone del pioppo, bava di tamarisco, fiamma di santoreggia.  

La cicala ha trebbiato il grano! Dolore vieni sul mio cuore; che si sottometta.  

Adesso penetro ciò che il tuo dito mi indica. Io vivrò. Io vivo! Vivo Sull'eterna gioia vivente di morire!  

Pronuncia la parola gioia; il mio respiro ora s'accorcia. Comincio ad ottenere tutto.  

Dobbiamo separarci. Hai sofferto in me e penetri la gioia di te stesso. Sono tuo amico e ti abbraccio. Ma allontanati da me, per la nostra pace!  

Allontanati da me e avrai la gioia.  

L'anno muore, un pigmento rosso sul bordo di ogni ciglio. Qui termina il libro del tuo stupore.  

Quelli che hanno sofferto non parlano più. (e quelli che hanno la gioia; silenzio).  

La gioia viva di morire! La gioia viva di morire.  

Un bacio e che la pace sia nei tuoi occhi!    

Moulin du Calavon, 1943  

Tratto da Ma faim noire déjà, 1945

Fonte: Finimondo