Il 24 gennaio dello scorso anno a Cremona migliaia di compas provenienti da tante città
si unirono in una manifestazione calorosa soprattutto in nome della solidarietà antifasci-
sta. Nei giorni precedenti infatti un gruppo di fascisti aveva aggredito con mazze di
legno alcuni compagni fra i quali Emilio, colpito duramente alla testa, portato in ospe-
dale, dove è rimasto tante, troppe settimane.
Nel corso dell’anno sono stati compiuti arresti di manifestanti, a tappe preordinate,
anche con il fine di ritardare, spezzare comunque confondere la solidarietà, tanto più la
sua continuità sulle strade, nei tribunali. Il 14 gennaio 2016 al tribunale di Cremona è
stato aperto il primo processo (“rito abbreviato”) a quattro manifestanti (Tide, Matteo,
Mauro e... Sbob compreso, caduto però nella “delazione”) arrestati nella primavera scor-
sa, che dopo alcuni mesi di carcere ora sono ai domiciliari. Nella sentenza emessa la settimana successiva tutti sono stati condannati a 4 anni e alcuni mesi e per tutti anche il
risarcimento al Comune di Cremona, costituitosi parte civile, di 200.000 euro.
Sabato 23 gennaio in risposta a quel processo e a quelli successivi, in solidarietà con
Emilio, in continuità con la manifestazione dello scorso anno, una settantina di manife-
stanti arrivat* da diverse città siamo scesi in strada a Cremona. Ci siamo incontrat*
anche per rispondere alla “trovata” dei fascisti di Caspound di organizzare in quel gior-
no il “tesseramento” nella loro sede - particolarmente protetta dalle forze dello stato.
Si è riusciti comunque a percorrere in corteo diverse centinaia di metri in direzione del
centro, nonostante gli ostacoli, con alla testa uno striscione con su scritto appunto “Per
Emilio e per la rivolta del 24: Resistiamo contro ogni fascismo”, per la solidarietà con i
tre compagni condannati. Una donna anziana dalla finestra di casa si è sentita di urla-
re alla polizia di lasciarci passare – noi l’abbiamo accolta con urla di festa.
Dal corteo sono partiti interventi e parole d’ordine contro fascisti che agiscono assieme
allo stato nelle guerre, nel razzismo, nella repressione delle lotte; si è anche urlato con-
tro l’impiego del “reato” di “devastazione e saccheggio” (prevede 9 anni di carcere) che
pesa come un macigno sulle scelte processuali e l’aggravamento delle condizioni carce-
rarie. Si capisce che ci si trova di fronte alla vendetta dello stato contro la quale dobbia-
mo trovare chiarezza e forza.
Ricordiamo che per il 24 gennaio i processi non sono finiti, dato che il 20 ottobre scor-
so ci sono stati altri arresti. Anche a loro va la nostra solidarietà.
fonte: OLGA Numero 109, qui sotto il link per scaricarlo: