da macerie (Torino)
La buonanotte e il buongiorno
Se un noto modo di dire proferisce che le cattive notizie non vengon mai sole, in base a quelle arrivate nelle ultime dodici ore possiamo affermare di trovarci d’accordo. Dopo settimane d’attesa, infatti, è di ieri sera la conferma di quattro sorveglianze speciali, per ora notificate solo all’avvocato: un anno e due mesi per Paolo e Andrea, un anno per Fabio e Toshi. Ricordiamo che la procura aveva fatto la stessa richiesta anche per altri quattro compagni che — almeno quello — non saranno sottoposti a questa meschina misura. Non avendo ancora ricevuto le carte, non si sa nel dettaglio quali siano le prescrizioni imposte ai sorvegliati ma, appena sapremo qualcosa in più, lo metteremo nero su bianco.
Come anticipato sopra, alla cattiva novella del crepuscolo è seguita subito dopo quella dell’alba. Stamattina, intorno alle 7, Digos e agenti di polizia hanno fatto irruzione nelle case private e bussato minacciosamente alla porta di alcune occupazioni in Aurora per “accompagnare” alla questura di via Grattoni dieci persone. E così dieci compagni, di cui uno quasi sorvegliato, saranno costretti alla firma quotidiana benché l’industrioso Pm Padalino avesse chiesto nientemeno che gli arresti domiciliari per tutti.
La motivazione dell’operazione?
Un’azione di disturbo alla sede di Urban Barriera, agenzia comunale che si occupa della riqualificazione di Barriera di Milano, in solidarietà a Erika, Luigi, Marco, Paolo e Toshi, arrestati nel maggio scorso. Di questa iniziativa vi avevamo già parlato; qualche volantino distribuito dentro e fuori, un attacchinaggio sulle vetrine del posto e un intervento al megafono. Quello che non vi avevamo ancora raccontato, perché lo veniamo anche noi a scoprire solo oggi leggendo le carte dell’operazione, è che i funzionari e gli impiegati comunali che lì lavorano, dopo aver chiamato la polizia, si sono resi disponibili a riconoscere dal book fotografico fornito dalla Digos i volti dei contestatori. Così diversi mesi dopo si raccoglie il frutto del solerte lavoro collettivo. Come si dice, a ognuno il suo, e così dopo le indagini della Digos, le carte passano di mano in mano fino al Gip che solerte e immancabile firma.
Per ora non aggiungiamo di più; a breve vi daremo notizie più precise delle quattro sorveglianze in via di applicazione e delle novità intorno a quest’ennesima azione repressiva.
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Brevissimo resoconto dell' udienza del 15 gennaio al tribunale di Parma nel processo contro Tommi, Pippo ed Andrea:
-Sono stati ascoltati come testi il perito della difesa ed il perito del giudice (del RIS) riguardo analisi chimiche dei reperti sequestrati.
-I legali della difesa hanno evidenziato "vizi di forma" nell'arco del procedimento penale e questioni di "legittimità costituzionale" riguardo i capi d'accusa.
-La discussione del processo è stata rinviata il giorno venerdì 29 gennaio dalle ore 9.00
-Il giorno 29 gennaio verrà pronunciata la sentenza
-Rimangono invariate le misure cautelari e le restrizioni.
A presto, con altre informazioni.
Il 29 ci si troverà dal tribunale (vicolo san Marcellino - Parma) alle 8:30 per un saluto ai tre compagni
Novelle da Trento
Angelino
Nella serata di giovedì 14 gennaio, a nord di Trento, vanno a fuoco due ripetitori della telefonia mobile. Forza Italia chiede l'intervento del ministro degli Interni contro gli anarchici trentini, a cui i giornali attribuiscono l'incendio dei due ripetitori.
Manganelli
Sabato 16 gennaio, a Trento, la Celere e il battaglione dei carabinieri di Laives caricano per due volte in centro una sessantina di compagni che stavano contestando un corteo-fiaccolata della Lega Nord "contro il degrado" (vedi sotto il manifesto affisso in città nei giorni successivi).
Trecento
Il numero degli agenti impiegati il 19 gennaio per lo sgombero di Nave Assillo occupata, durato dalle 6,45 alle 21,00, con via S. Pio X blindata (vedi sotto il manifesto affisso in città nei giorni successivi).
Antifona
Venerdì 22 gennaio, un nutrito gruppo di lavoratori e di solidali entra negli uffici della Mak costruzioni di Lavis (Trento) per spiegare molto tranquillamente al titolare - arrivato dopo circa un'ora - che non intendono accettare il licenziamento di un muratore e le continue vessazioni a cui lui e altri tre colleghi sono costantemente sottoposti da quando si sono rifiutati di firmare un accordo che peggiorava le loro condizioni di lavoro. Sotto gli uffici, si materializzano prima alcune volanti di polizia e carabinieri e poi addiritttura un plotone di Celere.
Segue testo del manifesto sul corteo della Lega:
Lega e polizia,
stessa porcheria
Martedì 12 gennaio si è svolta alla Nave Assillo occupata una partecipata assemblea per ragionare sulla risposta ad un eventuale sgombero. L'assemblea è stata anche l'occasione per lanciare una contestazione al corteo-fiaccolata della Lega “contro il degrado” previsto a Trento per sabato 16 gennaio.
Il sabato una sessantina di compagni si sono posizionati all'inizio di via Andrea Pozzo per non accettare in silenzio la parata dei pagliacci reazionari della Lega. All'arrivo dei leghisti la Questura ha ordinato due cariche contro i contestatori, in via Pozzo e poi in via Cavour. La risposta compatta ha contenuto il numero dei feriti, con i compagni che poi sono partiti in corteo fino a piazza Fiera.
Da quando è arrivato a Trento il nuovo questore D'Ambrosio, è la terza volta in otto mesi che Celere e carabinieri manganellano chi lotta: in piazza S. Maria dopo lo sgombero dell'Assillo di via Manzoni, a difesa della trivella per il TAV alle Novaline di Mattarello e sabato scorso, appunto.
Senza piagnistei, la conclusione che ne traiamo è la necessità, per chi non vuole piegare la testa, dell'autodifesa in strada.
E sottolineiamo che la Lega non riesce a organizzare ormai nemmeno un gazebo in città senza la Celere a proteggerla, come abbiamo visto per ben tre volte in una decina di giorni nel quartiere di S. Pio X.
La polizia è il braccio armato di chi degrada davvero le nostre vite: padroni, banchieri, immobiliaristi, politici democratici, fascisti e reazionari.
Le cariche di sabato sono state ordinate a freddo, per colpire ogni dissenso non negoziato e non addomesticato.
Hanno fatto male i loro calcoli, Andreatta e i suoi scagnozzi.
Abbiamo la testa dura.
Rilanciamo la solidarietà di classe e di strada.
Fuori sbirri e razzisti dai quartieri.
le e gli assillanti
Segue testo del manifesto sullo sgombero di Nave Assillo Occupata:
Salpa, nave, salpa
Martedì 19 gennaio, verso l'una del pomeriggio, via S. Pio X sembrava lo scorcio di un Paese sotto occupazione militare: qualcosa come venticinque mezzi di polizia e carabinieri su meno di duecento metri di strada.
Sul tetto di un edificio di cinque piani – da tre mesi “Nave Assillo occupata” - nove compagni cantano e ballano con lo sguardo rivolto al nutrito presidio di solidali formatosi dal primo mattino all'entrata di quella via blindata dagli sbirri.
L'operazione di sgombero della Nave, cominciata alle ore 6,45 del mattino, si concluderà dopo le 21,00, quando l'ultimo degli occupanti sarà sceso dal tetto. Nel frattempo, un piccolo corteo attraversa la città da Sociologia a S. Pio, con interventi al megafono e scritte, per unirsi al presidio in quartiere.
Per tre mesi il nuovo Assillo è stato frequentato – durante i dibattiti, le cene, i concerti – da centinaia di persone. In molti sono presenti al presidio solidale contro lo sgombero. Fra loro anche i lavoratori e le lavoratrici dell'Orvea in lotta.
Alcuni abitanti del quartiere si avvicinano curiosi. Qualcuno porta del cibo. Qualcun altro tira dritto imprecando. Dai poggioli delle case a lato e di fronte alla Nave compaiono due striscioni scritti al volo con i pennarelli: “Solidali con voi” e “Le case vuote puzzano di marcio e di sconfitta”. Parole che volano preziose sopra una strada piena di anfibi, scudi e uniformi.
Trecento agenti mobilitati per sgomberare una decina di compagni, con il questore D'Ambrosio che delira, come aveva fatto per Villa Assillo, di pretendere dagli occupanti di risarcire i circa 50 mila euro spesi per... il loro sgombero.
Su due cose, invece, ha ragione il povero questore. La prima è che è stato saggio da parte della Questura aspettare la fine dei mercatini di Natale per evitare cortei in centro... La seconda è che gli assillanti torneranno a occupare. Solo gli appartamenti dell'ITEA vuoti, in balìa della speculazione, sono più di milletrecento.
Rispondere alle occupazioni militarizzando quartieri, demolendo tetti o murando porte e finestre non basterà.
Siamo di quelli che l'importante è ciò che è giusto, non ciò che è legale.
Siamo di quelli che “la nostra passione per la libertà è più forte di ogni autorità”.
Siamo di quelli che anche sui tetti si può ballare.
Al prossimo arrembaggio!
alcuni pirati di Nave Assillo