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Estate di Rivolta – Sul Carcere di Cremona

Questo è un testo che sta girando per le strade di Cremona. Buona Lettura!

Estate di Rivolta

“ (...)Dopo essere rientrati tutti in cella, vari detenuti si sono resi irriconoscibili e , con estintori ed altri oggetti contundenti, prima hanno fatto saltare le telecamere, dopodichè una volta che non vedeva nessuno, essendo le telecamere fuori uso, si è passati al gabbiotto dell'agente (…) E come dice qualcuno 'quando parti e pensi non sai mai dove arrivi, a volte apri gli occhi e vedi dove vivi'; insomma nel giro di poco, tutta la sezione era distrutta. (...)”.
Un detenuto dal carcere di Cremona, sulla rivolta del 27 agosto 2014.

Nel corso dell'estate, sotto al carcere di Cremona, sono avvenuti vari momenti di solidarietà: alcuni saluti a gran voce, fuochi d'artificio ed un presidio solidale molto partecipato ad inizio settembre.
Da 4 anni a questa parte, una lotta contro il carcere a Cremona esiste. Alcuni avvenimenti in passato, come i presidi di solidarietà, la corrispondenza con i detenuti, le tentate evasioni, i “suicidi di Stato”, emersi anche a Ca' del Ferro, le mobilitazioni dello scorso anno e dell'aprile 2014, hanno aumentato lo scambio umano tra la sofferenza dei detenuti che non si arrendono e di chi subisce l'oppressione fuori dalle mura, ovvero nella società in cui esistiamo.

Nell'ultimo periodo a Ca' del Ferro sono successi vari episodi.
A fine luglio un nostro compagno, Francesco, prigioniero No Tav accusato di aver sabotato il cantiere dell'alta velocità in Val di Susa, è stato trasferito da San Vittore al carcere di Cremona.
Pochi giorni dopo, un detenuto ha dato fuoco alla sua gabbia, dando alla critica sul carcere uno spunto significativo... C'è stato anche chi, durante quest'estate convulsa, ha tentato il suicidio.

Il 27 agosto, trenta prigionieri decidono di ribellarsi distruggendo una parte del carcere, usando strumenti di autodifesa, come coprirsi il volto, attaccando con una fiammata il sistema carcerario.
Quest'azione collettiva, nata da tanti piccoli gesti individuali e dalla condizione di oppressione che vivono i prigionieri, come un fiume ha rotto gli argini, spaventando politicanti, giornalisti e sbirri, che in risposta hanno chiamato a gran voce strumenti di repressione più incisivi a tutela del sistema imperante.
In questi momenti, la paura ha cambiato di campo, finalmente!

In risposta, il potere si è difeso: tre detenuti che si sono ribellati sono stati trasferiti e alcuni solidali fuori dalle mura sono stati denunciati per manifesta complicità.
Tutto ciò significa che se una rivolta colpisce al cuore il ricatto della pena, il fuoco della ribellione riscalda i cuori di chi vuol farla finita con questo mondo fatto di denaro, autorità e sfruttamento.
SOLIDARIETA' AI TRE RAGAZZI TRASFERITI, A FRANCESCO E A TUTTE/I LE/I PRIGIONIERE/I!! TERRORISTA E' LO STATO!

COMPAGNE/I CONTRO UN MONDO INCARCERATO