Nella notte di martedì 5 febbraio, mentre ci adoperavamo nell'atto derisorio ai danni del potere bancario, il nostro saper fare è stato interrotto ora dallo spettro di una pallottola in testa ora dal rumore della mano poliziesca. Una volta presi in ostaggio, siamo stati rinchiusi nella sala fermi della caserma dei carabinieri; senza essere informati dei reati commessi, siamo stati lasciati al nulla della stanza fino alla dichiarazione di arresto avvenuta alle 18 del giorno seguente.
Il ricorso alla galera è scattato in quanto nelle nostre abitazioni (perquisite in mattinata), sono stati trovati “pericolosi” scritti anarchici, utilizzati dall'apparato repressivo per costruire la solita menzogna del mostro insurrezionalista. Le accuse con le quali varchiamo l'ingresso di Ca' del ferro (carcere di Cremona) sono pesantissime e spropositate ai fatti: due reati associativi, uno per danneggiamento, un altro per trasporto di esplosivi e, il tanto in voga 280 bis - terrorismo.
Il progetto politico non può che essere mediatico: le cazzate uscite dai giornali e la nostra liberazione avvenuta già Giovedì ne sono la conferma. Prigionieri politici!? Siamo anarchici: il privilegio della politica non solo ci disgusta, ma lo combattiamo come ogni forma di autorità.
Tutti liberi - tutti viventi!
Un caldo abbraccio agli amici/compagni/solidali
che fin dalle prime ore di mercoledì hanno scaldato i nostri cuori.
Per la libertà.