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Apprendiamo da alcuni antifascisti cremonesi che ieri sera gli infami di Casa Pound hanno cercato di aggredire quattro compagni nel centro cittadino di Cremona.
Naturalmente esprimiamo la nostra solidarietà agli antifascisti aggrediti e riteniamo opportuno non abbassare la testa contro queste provocazioni fasciste.
In un momento dove i rigurgiti razzisti e xenofobi riemergono (Roma, Torino, Trento ecc...) e quelli di opposizione tengono il passo con continue contromanifestazioni, contronformazione e attacchi giusti contro gli infami razzisti (come i vetri frantumati della macchina di Salvini a Bologna e i vari sabotaggi avvenuti in Emilia prima delle elezioni regionali a candidati razzisti in camicia verde), anche i compagni, le compagne, gli antirazzisti e chi odia profondamente Casa Pound e la Lega Nord, anche qui a Cremona, non possono rimanere indifferenti davanti a questi fatti.

Non sarà l'omertà di qualcuno, non saranno i pompieri della mediazione, non saranno le menzognere sirene democratiche a fermarci.

Mai più aggressioni fasciste a Cremona e ovunque.
Solidarietà ai ragazzi aggrediti.
In tutta la totalità delle nostre vite, attacco, attacco e ancora attacco contro i fascisti in tartaruga o verdi vestiti.

Anarchiche e anarchici di Cremona

Senza aspettare la scadenza dei sei mesi di custodia cautelare, e quindi la scarcerazione per decorrenza termini, il GUP ha valutato come misura idonea per quanti dal 3 giugno si trovavano in carcere o ai domiciliari l’obbligo di firma due volte a settimana. Escono quindi dal carcere Fabio, Michele, Paolo e Andrea, ma vi rimangono Claudio, Niccolò e Chiara, liberati per questo procedimento, ma reclusi per l’attacco al cantiere di Chiomonte.
Quanti, invece, in questi mesi sono stati sottoposti a obbligo o divieto di dimora, o firme quotidiane, non hanno più nessun tipo di misura.

Nella giornata di ieri, durante l’udienza preliminare, il PM Rinaudo ha invece comunicato un’altra richiesta di Sorveglianza Speciale: oltre che a Fabio, Paolo, Andrea e Marianna, la Procura tenterà di affibbiarla anche a Michele.

macerie @ Novembre 28, 2014

Il 25 giugno 2013, nel carcere di Terni un altro detenuto è morto di Stato, ucciso dal cinismo dei servi in divisa.

Le guardie lo hanno picchiato, lo hanno lasciato da solo rinchiudendo e minacciando i compagni che lo avevano salvato da un primo tentativo di suicidio, lo hanno incitato ad uccidersi e infine lasciato morire senza muovere un dito in suo soccorso.
Episodi come questo sono all'ordine del giorno nelle carceri italiane, tenuti in un silenzio che va spezzato.

Maurizio Alfieri, ora detenuto a Spoleto, denuncia pubblicamente i responsabili di questa morte: i secondini agli ordini del comandante Fabio Gallo.

Maurizio da anni lotta coraggiosamente contro tutti i soprusi e le violenze del sistema carcerario di cui viene a conoscenza. Per questo ha subìto pesanti ripercussioni: minacce, isolamento, procedimenti giudiziari con false accuse, continui trasferimenti che tentano di spezzare le reti di solidarietà che gli si creano attorno, dentro e fuori le carceri.
Questo è il trattamento riservato a tutti e tutte quelle detenute che non abbassano la testa e lottano per la libertà e per delle condizioni più degne.

Ai servi in divisa, nelle carceri come nelle strade, è stata garantita l'impunità. Nelle carceri come nelle strade sono sempre più le persone che vengono uccise, subiscono violenze e umiliazioni.
Solo lottando, solo organizzandoci, solo rispondendo direttamente ai soprusi ci possiamo difendere.

Opponiamoci alle continue morti nelle carceri e denunciamo la responsabilità delle amministrazioni carcerarie nei continui casi di suicidio.

Opponiamoci alle condizioni di reclusione all'interno del carcere di Spoleto.

Opponiamoci all'uso delle sezioni di isolamento all'interno delle carceri: vera e propria forma di tortura.

Se le guardie sono i responsabili di queste morti, il DAP è il mandante.

Il 28 novembre saremo in presidio di fronte al DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) a Roma.
Dentro quel palazzo, seduti dietro le loro comode scrivanie, quegli aguzzini decidono le sorti di migliaia di persone. Che per un giorno sentano l'urlo di rabbia che viene da dentro le carceri.

VENERDI 28 NOVEMBRE ORE 14,00 APPUNTAMENTO A LARGO DAGA, ROMA
bus H da Termini, fermata Silvestri/Serafini
metro A fermata Cornelia e bus 889 (direzione Mazzacurati), fermata Bravetta Consolata

Sabato 29 dalle 14,00 saremo invece di fronte al carcere di Spoleto a portare calorosi saluti a Maurizio e ai detenuti/e lì rinchiusi/e.

Aggiornamento notturno: In attesa di maggiori informazioni apprendiamo che in serata un corteo spontaneo di circa 150 solidali ha cercato di muoversi verso il carcere di San Vittore per salutare i compagni arrestati nell'arco della giornata di lotta. La celere si è frapposta con lancio di lacrimogeni, impedendo ai manifestanti di proseguire in quella direzione. Il corteo selvaggio si è quindi spostato in zona Navigli, lasciando scritte di solidarietà e banche danneggiate.

Aggiornamento mercoledì 19 novembre: a differenza di quanto si era appreso precedentemente, i tre compagni non sono stati portati in carcere a San Vittore, bensì trattenuti in stato di fermo per circa 16 ore. Oggi sono stati tutti rilasciati.

Apprendiamo dai compagni che in mattinata sono iniziate le operazioni per tentare di sgomberare l'occupazione del Corvaccio e lo spazio anarchico Rosa Nera, entrambi in via Ravenna nel quartiere di Corvetto a Milano. Gli sbirri sono entrati all'interno degli spazi, alcuni occupanti del Corvaccio sono riusciti a raggiungere il tetto e hanno resistito per alcune ore, diversi solidali da Milano e non solo si sono radunati all'esterno nei pressi di via Ravenna 30.

Seguono aggiornamenti e dirette da RadioBlackout.org

Ancora sgomberi questa mattina dopo la fiaccolata di ieri sera, quando centinaia di abitanti del quartiere Corvetto hanno risposto alle operazioni repressive e agli sfratti della mattinata.

La risposta polizesca non si è fatta attendere, così questa mattina le forze di polizia hanno deciso di attacare le occupazioni abitative di Corvaccio e Rosa Nera nello stesso quartiere, un messaggio chiaro e intimidatorio a chi da anni spalleggia le occupazioni di case nei quartieri polpolari della città meneghina. Ne sono seguiti scontri e cariche, con un centinaio tra compagn* e abitanti del quartiere che hanno tenuto impegnate le forze dell’ordine per qualche ora.

Aggiornamento h 13.30: A fine mattinata sono stati eseguiti numerosi fermi: 3 compagni sono stati tratti in arresto per resistenza, gli altri denuciati a piede libero. Ora è in corso un presidio permanente in via dei 500. Per le h 17 è stato indetto un concentramento cittadino, sempre in via dei 500 (Metro Corvetto): per rilanciare l’autodifesa dei quartieri popolari. Per la solidarietà! Contro la prepotenza delle guardie e dei padroni! Per fermare immediatamente sfratti e sgomberi! Per la liberazione immediata di tutt*!