LA VITA RIDOTTA A MERCE
Ci siamo. Dopo tanto tempo che se ne parlava in quartiere, sembra che il prossimo scempio urbanistico si farà. Non è dato sapere quando inizieranno i lavori, ma nella zona compresa fra via Postumia e il cavalcavia della tangenziale, a lato di via Cascina Corte, potrebbe sorgere un nuovo supermercato dentro le poche aree verdi presenti nel quartiere Cascinetto. Per adesso è circolato anche il nome di chi devasterà quel terreno: Aldi, multinazionale del commercio alimentare presente in più parti del mondo.
Naturalmente gli amministratori comunali, per far ingoiare la pillola ai bravi cittadini, ci tengono a precisare che «questa nuova parte di città dovrà funzionare il più possibile come un sistema ecologico ‘autosufficiente’ in grado di massimizzare lo sfruttamento delle risorse esistenti in loco e provenienti dall’esterno, di minimizzare rifiuti, emissioni, scarichi, riducendo in modo significativo la sua impronta ecologica sull’ambiente e migliorando quella sociale. La questione principale riguarda l’autonomia energetica. I progetti insediativi dovranno studiare i più adatti sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili: solare termico, fotovoltaico, cogenerazione, geotermico».
Davanti ad un progresso che, sotto l'aurea ingannatrice del rinnovamento ecologico, puzza ancora di devastazione, quali discorsi e quali possibilità si annidano per chi non ha nessuna intenzione di stare zitto e immobile davanti all'ennesimo progetto deciso sopra la testa di chi abita in quartiere? Come agire per impedire questa ennesima dimostrazione della vita ridotta a merce?
Incontrarsi, discutere e mettere insieme conoscenze per bloccare questo scempio è possibile. Senza fronzoli, senza nessun politicante che ci possa dire cosa fare, senza nessun comitato che ci indichi come trovare una mediazione con il potere.
Avere delle prospettive per rivoltarsi contro il produci-consuma-crepa, perché non siamo tutti Eichmann. Mettersi contro il centro commerciale e la mercificazione delle vite, allora, vuol dire tentare di divenire individui pensanti piuttosto che cittadini ubbidienti.
Quello che cambia, quando pensiamo contro questi progetti di sviluppo urbano, come contro tutto ciò che devasta le nostre vite, passando all'attacco, è la sensazione di non vivere più come semplici pedine in un mondo imposto.
Per cercare di sperimentare la libertà, scacciando sottomissione e rassegnazione.
alcuni individui del quartiere