Vomito cittadinista
Nessun cittadino può opporsi allo Stato. E su questo, come non essere d’accordo? Cittadino vuol dire essere amministrato, la proiezione del qualunquismo in cosa pubblica. Al cittadino non si evoca la riflessione e l’agire per le proprie idee, ma gli si impone di obbedire e di funzionare, proprio come una cosa. Per questo le lagne dei vari comitati che si oppongono al TAP, per il tradimento dei propri padrini pentastellati, e del movimento No TAV, sulla piazza torinese Sì TAV/Sì Lavoro (come dire Sì devastazione/Sì sfruttamento) dei padroni di Torino, fanno sbellicare dalle risate. Il referente è lo stesso sia per i contrari che per i sostenitori dell’alta velocità e del gasdotto: lo Stato, nella figure della sindaca Appendino o del ministro Lezzi. Risate amare, si intende. Come non vedere nella politica una protesi della costruzione di un gasdotto? Come non capire che ogni sindaco, ogni politicante e ogni essere che aspira ad una poltrona e al consenso di tutti sia ingranaggio di un mondo ad alta velocità? Con sacrilega commozione verso tutti i cittadinisti, nemici mortali di ogni tensione singolare, il TAV e il TAP non sono una svista numerica di costi e benefici dell’attuale organizzazione sociale. No, sono le conseguenze brutali di un mondo basato sul dominio. Ecco perché, anziché contarne e lamentarne gli effetti, cercando affetti politici dai papponi in cerca di voti, si dovrebbe iniziare ad indicarne e criticarne le cause nefaste.
I governi non possono accettare di arretrare sui progetti di dominazione: sanno benissimo che in gioco non c’è solo la costruzione di una galleria o di un gasdotto, ma l’intera credibilità di un intero sistema istituzionale. È per questo che uno stop imposto da un governo avrebbe il medesimo sapore della realizzazione del TAV e del TAP. «Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato», ed ecco che il motto di Mussolini andrebbe avanti. E allora, cosa pensare?
Partire da un dettaglio per mettere in discussione la totalità del nostro modo di sopravvivere. Non adeguarsi alle sceneggiate politiche per poter partecipare alla situazione, ma cercare di fomentare l’eccesso. Per poter sentire l’irreversibilità della distanza fra chi si oppone ad un progetto di morte e chi difende gli interessi dello Stato. Un intervento autonomo che rifiuti l’aspetto quantitativo, per conoscere altri possibili complici nella reciprocità di idee e di sogni. Sabotare le manovre dei leader, per tentare di intralciare i programmi dello Stato e qualunque condivisione politica come soli modi di stare insieme, perché dove esiste leaderismo c’è gerarchia e costruzione dell’autorità, perché nell’alternativa secca fra condivisione o Stato esiste altro.
Darsi alla poesia dell’ignoto piuttosto che ad una dottrina politica perché la diversità di linguaggio non è una semplice divergenza di segni e di musicalità, ma è una differenza esistenziale di come guardare il mondo. Basta politica, che sia di piazza o di Parlamento, di movimento o dei cittadini, ponendo fine anche alla politica autonoma o libertaria. Per incontrarsi verso tutti quei NO che non necessitano di applausi e di consenso, ma che invitano singolarmente e collettivamente ad attaccare con le parole e con gli atti. Tanto alla luce del sole, come al buio della luna.
A.L.L.A. Deriva
[Frangenti n. 32, 23/11/18]
L'immacolata concezione del cittadinismo
L'8 dicembre è una data particolare per molte persone, in tutto il mondo. È al tempo stesso una delle principali festività cattoliche ed un'importante scadenza attivista. Per una straordinaria quanto significativa coincidenza, fedeli del messianesimo sacro e fedeli del messianesimo profano celebrano infatti entrambi questa ricorrenza. L'8 dicembre 1854 papa Pio IX emanò la bolla Ineffabilis Deus, con cui proclamava il dogma dell'Immacolata Concezione. A differenza di ciò che molti credono, questo dogma non si riferisce al concepimento di Gesù, bensì a quello di sua madre Maria. Nel testo pontificio si legge che «La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale». Per la Chiesa, il figlio di Dio – sinonimo di somma perfezione e purezza – non poteva prendere forma umana da una donna che nel corso della sua vita avesse commesso il peccato originale, avendo disobbedito a Dio. A Maria-la-prescelta è stata quindi concessa, fin dal suo concepimento, questa innocenza assoluta che le ha permesso di sconfiggere il Maligno sotto forma di serpente e di dare alla luce Gesù pur rimanendo vergine.All'epoca questa narrazione non faceva ridere, tutt'altro, venendo interpretata e accettata come Rivelazione. Non la si metteva in discussione, non veniva passata al setaccio della critica. Un dogma è un dogma. Quello dell'Immacolata Concezione serviva ad uno scopo preciso, doveva contrastare l'idea illuminista secondo cui l’essere umano nasce buono ma viene poi incattivito dalle strutture sociali. Conseguenza di questa convinzione era il ritenere che la soluzione di ogni male non risiedesse nella conversione interiore, ma nella sovversione esteriore: dall'attesa del paradiso in cielo si passava così alla realizzazione di quello sulla terra. Sfrontata utopia, intollerabile per le anime pie. A partire dal 2005, la ricorrenza dell’8 dicembre ha acquisito anche un altro significato, per così dire laico, diventando la Giornata Mondiale contro il Cambiamento Climatico. E ormai dal 2010, almeno qui in Italia, è pure la Giornata Internazionale contro le Grandi Opere Inutili ed Imposte. Ad aver stabilito queste moderne ricorrenze non sono stati i vertici di qualche Chiesa, semmai quelli di qualche ONG o di qualche movimento. Per loro la salvezza del pianeta, sinonimo di giustizia ed uguaglianza, non può essere opera di una politica che nel corso del suo svolgimento abbia commesso l'errore di non proclamare di rappresentare il popolo. A tale politica-strategica è stato quindi concesso, fin dalla sua prima alleanza, questa innocenza assoluta che dovrebbe permetterle di sconfiggere il serpente del Profitto e di dare alla luce un contropotere pur rimanendo virtuosa.Così, il prossimo 8 dicembre si mobiliteranno tutti. Non solo gli amministratori del capitalismo verde o i militanti dell'eco-socialismo, quelli che vogliono ridurre l'inquinamento multando le imprese nocive o spostandosi in bicicletta, quelli che vogliono salvaguardare le risorse naturali razionalizzando il loro sfruttamento o facendo docce brevi, quelli che vogliono risolvere la questione energetica costruendo parchi eolici o sostituendo lampadine desuete... Ma pure i rivoluzionari doc, quelli che per essere adeguati alla situazione da un lato evocano cambi di rotta epocali e dall'altro ripetono in coro di volere governi che tutelano la salute e l'ambiente, grandi opere utili e condivise, denaro pubblico investito per il lavoro, rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione...Nemmeno oggi questa narrazione fa molto ridere, tutt'altro, venendo interpretata e accettata come (premessa di) rivoluzione. Non la si mette in discussione, non viene passata al setaccio della critica. Un dogma è un dogma. Quello del cittadinismo radicale mira a contrastare l'idea insurrezionale secondo cui ogni potere è in sé nocivo, e non viene affatto rovinato da chi lo esercita. Conseguenza di questa convinzione è il ritenere che la salvezza del pianeta non stia nella destituzione delle istituzioni, ma nella loro distruzione: dall'attesa del politico giusto, onesto, competente si passa così alla liquidazione di quelli esistenti e di quelli aspiranti. Sfrontata utopia, intollerabile per le anime pie.
[Finimondo, 7/12/18]