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È uscito «Dell’incompatibilità: fra nucleare e violenza» di Günther Anders, S-edizioni, 2018

 

 

 

 

 

 

 

 

Non solo per quest’ultima tesi, ma per tutte quelle qui
formulate, bisogna aggiungere che sono state scritte
perché non risultino vere. Poiché esse potranno non
avverarsi solo se terremo continuamente presente la loro
alta probabilità, e se agiremo in conseguenza. Nulla di più
terribile che aver ragione. Ma a quelli che, paralizzati dalla
fosca probabilità della catastrofe, si perdono di coraggio,
non resta altro che seguire, per amore degli uomini, la
massima cinica: «Se siamo disperati, che ce ne importa?
Continuiamo come se non lo fossimo!».

Dalla postfazione:
Il sabotaggio del sistema mercantile avviene anche liberandosi dal vecchio mondo che ci portiamo dentro. La liberazione non ha peggior nemico di chi pretende di cambiare senza scrollarsi di dosso gli aneliti di questa civiltà poliziesca. È troppo tempo che imparare a vivere significa cupamente vedere la morte viaggiare nelle vite.
Dipende solo dagli esclusi, dai fuorilegge, dagli spiriti alla ricerca di cieli stellati, da chi occupa gli spazi per prendersi il tempo di stravolgere le proprie vite, da chi è ostile a questo mondo, da chi non abbassa la testa davanti ai potenti e ai loro servi o anche da chi ha, fin ad oggi, solamente sognato di farlo.
Darsi all’invenzione della vita, darsi all’anonimato dei desideri anche se la situazione tecnica vorrebbe impedircelo.
Ciò che è non va negato in nome di ciò che era o di ciò che sarà prematuramente, ma per dare finalmente vita a tutto ciò che desideriamo e che potrebbe divenire, nelle sue smisurate possibilità.
Il contributo di Anders è prezioso perché è spinto da una tensione etica intransigente, incompatibile a qualsiasi forma di recupero filosofico, morale o politico.
Un contributo che annuncia diserzioni da questo mondo e sogni di un’insorgente aurora, affinché la sete di libertà possa contagiare in ogni dove.

Isodore Maldoror

Per ricevere delle copie e per presentazioni scrivere a:
s-edizioni@logorroici.org