Oggi, 13-12, l’inizio del secondo grado di giudizio per i fatti riguardanti la stupenda rivolta del 24 gennaio a Cremona, è (già) finito confermando l’accusa di devastazione e saccheggio per tre dei quattro imputati.
Per tre imputati (tra cui il delatore Aioub Babassi) è stata confermata la devastazione e saccheggio, con una pena di 3 anni e 8 mesi. Inoltre, è stato confermato il risarcimento per il Comune di Cremona per un totale di 200mila euro. Invece per l’ultimo imputato dei quattro è caduta l’accusa più pesante con la condanna a 2 anni e un mese per resistenza aggravata.
Inoltre, al tribunale di Cremona, si è chiuso il primo grado con la sentenza di 9 mesi per oltraggio per l’ultimo imputato, purtroppo infamato dal delatore.
Il primo dato da constatare a caldo è che tra fine primo grado e chiusura di metà del secondo, per cinque imputati su otto viene a cadere l’accusa di devastazione e saccheggio, per la giornata del 24 gennaio a Cremona.
Sicuramente queste sentenze non possono spegnere lo spirito di ribellione e di solidarietà espresso durante il 24 gennaio, perché non può esistere solidarietà senza rivolta.
Dato che in alcuni casi il comportamento degli imputati è stato del tutto deplorevole (prese di distanza con la rivolta in solidarietà ad Emilio e l’inaccettabile infamia), il nostro pensiero e la nostra complicità va alle compagne e ai compagni di Torino arrestati oggi per aver disertato l’ordine di lasciare la città piemontese, assumendosi il fatto di non rispettare i divieti di dimora.
Questi gesti ci scaldano il cuore e ci fanno capire come la generosità e la risolutezza di lottare contro un mondo iniquo e oppressivo possano essere parte fondamentale per aprirsi a percorsi di libertà.
Alcune/i antifascisti/e di Cremona