migliaio di persone con un solo gruppo di cento cosacchi. È più facile battere un centinaio di uomini che uno solo, specialmente se questi colpisce di sorpresa e scompare misteriosamente. La polizia e l'esercito saranno senza potere se Mosca è coperta di questi piccoli distaccamenti
inafferrabili. [...] Non occupare roccaforti. Le truppe saranno sempre in grado di prenderle o semplicemente di distruggerle grazie alla loro artiglieria. Le nostre fortezze saranno i cortili interni od ogni luogo da cui è agevole colpire e facile partire. Se dovessero prendere questi
luoghi, non vi troverebbero nessuno e avrebbero perso numerosi uomini. È impossibile per loro prenderli tutti poiché dovrebbero, per questo, riempire ogni casa di cosacchi.»
Avviso agli insorti, Mosca, 11 dicembre 1905
Che l'annuncio del leader della Lega Nord di voler marciare su Bologna avrebbe incontrato ostilità e resistenza era scontato, che il modo migliore per contrastare la calata razzista fosse quello di disertare gli appuntamenti annunciati per provare a essere ovunque è stata l'intuizione di alcuni e la scelta spontanea di molti.
Così, a fianco degli appuntamenti ufficiali dai copioni prevedibili, "l'8 novembre di Salvini" è stata un'occasione di resistenza diffusa che ha saputo fare dell'imprevedibilità la propria forza.
I cortei (blindati di sbirri e murati di giornalisti) sono stati di fatto principalmente dei diversivi che hanno permesso a tantissimi compagni (ma anche a tanti "semplici individui") di arrivare a contestare la kermesse leghista nei dintorni e, addirittura, dentro piazza Maggiore.
Se gli insulti, gli sputi e i furti di bandiere hanno accompagnato i seguaci del carroccio dall'arrivo in città fino al ritorno ai pullman, possiamo concludere che il messaggio di ostilità è sicuramente giunto.
A seguire, una raccolta di notizie e racconti di alcuni tra gli episodi di resistenza contro il comizio di Salvini. La raccolta non ha la pretesa di essere esaustiva e si basa sulle notizie trovate in rete e i racconti di chi era in piazza. Va per tanto intesa come un elenco che chiunque ha vissuto quei momenti di opposizione può contribuire ad aggiornare.
Svariate scritte, attacchinaggi e murales contro la Lega compaiono sui muri già dalle precedenti settimane. Cortei studenteschi rilanciano gli appuntamenti di contestazione per la domenica, una biciclettata antirazzista colora vari muri di scritte e manifesti contro la Lega.
Sabato 7
- Merola, il sindaco del Pd, viene contestato a una commemorazione di partigiani.
- In serata, un corteo si snoda tra le vie del centro.
- In via Emilia levante, la strada viene chiusa con due cassonetti incendiati e le vetrate della vicina Banca Etruria infrante a martellate. Viene lasciata la scritta: "guerra alle banche non tra poveri".
Domenica 8
- All'alba viene sabotata la linea ad alta velocità tra Bologna e Milano e tra Bologna e Verona, con una scritta vergata sul luogo: "8-11 sabotare un mondo di razzisti e frontiere."
- A Milano vengono colpiti due pullman di leghisti diretti a Bologna. Al primo vengono tagliate le gomme, al secondo, in un altro punto della città, viene tirata della vernice sul parabrezza.
- Nella mattinata si formano quattro concentramenti ufficiali di manifestanti, due dei quali proveranno a muoversi verso il centro.
Saranno bloccati da un ingente schieramento di polizia.
Uno dei due cortei verrà effettivamente circondato dalle forze dell'ordine che procederanno all'identificazione di tutti i presenti
(bloccando per ore, oltre ai manifestanti, anche i viali).
L'altro corteo, dopo svariate cariche d'alleggerimento sul ponte di Stalingrado (durante le quali un agente della digos viene portato via in
ambulanza perchè colpito da un grosso petardo), tornerà indietro verso via del Lavoro per raggiungere poi la zona universitaria e, in serata,
una piazza Maggiore ormai vuota.
- Mentre il grosso del dispositivo di polizia è impiegato nel contenere i cortei ufficiali, piccoli gruppi (di compagni ma anche di "semplici bolognesi" poco tolleranti verso l'adunata di camicie verdi) iniziano a raggiungere piazza Maggiore e le zone limitrofe.
- Alle 9 del mattino, volantini colorati che irridono a Salvini vengono lanciati dalla Torre degli Asinelli.
- Poco dopo alcuni compagni riescono a entrare in piazza Maggiore con volantini contro la Lega che diversi passanti accolgono con favore, mentre i leghisti si infuriano e li lanciano indietro.
- Un gruppo di contestatori in bici disturba l'afflusso dei militanti della destra che s'accingono a raggiungere piazza Maggiore.
-Nel mentre in zona san Donato 4 compagni, che attaccavano alcuni striscioni tra cui: "Salvini ed i Marò alle tigri del Bengala (A)",
vengono fermati e trattenuti per ore.
- Il Pratello, che per protesta esponeva molte bandiere rosse con l'immagine di una zecca e ospitava un concentramento di soundsystem, diventa presto uno dei punti principali in cui si concentrano e ripartono vari gruppi di compagni, chi a piedi chi in bici, diretti verso piazza Maggiore. Gruppi che spesso fanno ritorno al Pratello con le bandiere delle più disparate formazioni fascistoidi, ultracattoliche ecc. a mo’ di trofeo.
- Da una delle vie d'accesso a piazza Maggiore partono dei lanci di bottiglie tra un gruppo di contestatori e dei giovani militanti della destra che facevano il saluto romano. Colta in contropiede, alla fine la polizia si adopererà per disperdere gli antifascisti.
- Berlusconi viene fischiato mentre parla e diventa bersaglio di alcune uova quando alla fine lascia piazza Maggiore.
- Buonanno s'infila dentro la chiesa di San Petronio per sfuggire a un gruppetto di contestatori, ma sbaglia a calcolare i tempi d'uscita:
accerchiato viene insultato strattonato e centrato in faccia dagli sputi mentre scappa.
- Anche il deflusso dei partecipanti al comizio di Salvini è fatto oggetto di contestazioni, insulti e scaramucce a macchia d'olio.
- Nel pomeriggio al Pratello si sparge la voce dell'arresto di 3 compagni: un gruppetto di solidali raggiunge la questura intonando cori solidali. Le accuse per i 3 sono lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Verranno rilasciati il lunedì, l'udienza è fissata per il 23 novembre.
In serata anche il carro col soundsystem dal Pratello raggiunge piazza Maggiore in corteo.
Crediamo che nel suo piccolo l'opposizione al comizio bolognese di Salvini offra degli spunti teorico-pratici interessanti.
Lontano dai rituali mediatici della contestazione antagonista, un intreccio plurale di pratiche più o meno conflittuali ha contribuito in maniera assai più significativa a guastare la festa di Salvini di qualunque "corteo unitario": perchè intrupparsi tutti dov'è stato previsto che lo si faccia quando anche in pochi, e con idee anche semplici, possiamo riuscire ad essere dove non ci aspettano? Quanto accaduto a Dresda il 19 febbraio 2011, quando in opposizione ad una marcia neonazista la città venne paralizzata da una molteplicità di azioni e iniziative anche diversissime tra loro, e a Francoforte il 18 Marzo scorso per l'inaugurazione della nuova sede della Bce, quando
prima dei cortei principali vennero tra le altre cose attaccati gli sbirri incendiandogli numerose auto, pensiamo possano offrire dei suggerimenti stimolanti.
Negli ambiti di compagni qualcuno chiama questo approccio “asimmetria”, e ci sta facendo una fortuna spacciandola per una propria trovata, qualcun altro invece insiste da anni che si debba sempre e comunque solo essere altrove rispetto ai grandi cortei: dopo una giornata come quella
dell'8 diciamo semplicemente che essere altrove può essere un'opzione e che praticarla è possibile!
Anarchiche e anarchici Bolognesi