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Solidarietà incondizionata, note sulla repressione a Torino

“Se le scintille che fanno esplodere la polveriera non sono
in genere avvenimenti eccezionali, ma fatti purtroppo relativamente comuni, come l’uccisione
di un ragazzo da parte della polizia, non si può ignorare che questi episodi gettano benzina su
braci accese che da tempo ardono nascoste.
Sentirne la temperatura per tempo ci consentirà allora
di non farci trovare impreparati, affacciati alla finestra e per di più sulla piazza sbagliata.”

Tratto da “La casa è di chi la abita”

All'alba della mattina di martedì 3 Giugno, nella città di Torino, un manipolo di sbirraglia si è presentato all'Asilo Occupato, alla casa occupata di Via Lanino e in abitazioni private per eseguire 29 misure cautelari, delle quali 11 con detenzione carceraria (tra cui Nicco, Claudio e Chiara già in carcere in regime di Alta Sorveglianza per l'accusa di terrorismo nella lotta No Tav) e per indagare 111 fra compagne, compagni e chi resiste agli sfratti e alla polizia in strada, non solo a Torino ma anche di altre città. I reati contestati sono violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, aggravati dalla reiterazione, sequestro di persona e tentata estorsione di “proroga”. Tutte accuse per colpire la lotta contro gli sfratti nel corso degli ultimi due anni avvenuta tra Porta Palazzo e Barriera di Milano. Le compagne e i compagni tratti in arresto e portati in carcere sono definiti “pericolosi soggetti sociali” e questo giustifica la detenzione preventiva, secondo lorsignori...
Tutto questo enorme castello repressivo viene attivato per fermare una determinata lotta che ha creato non pochi problemi al maggior partito della città piemontese, cioè quello della polizia, e a banchieri targati Intesa-San Paolo e padroni di tutte le risme.
Non ultimo per ordine di importanza, anche questa inchiesta vede in campo Rinaudo, si proprio lui, il non tanto giovane rampollo della potente procura di Torino, in campo anche nel reprimere lotte come quella No Tav o contro i CIE.
Quello che balza subito all'occhio dopo l'ondata di arresti è la dispersione premeditata fatta dal potere nel portare i compagni in diversi carceri, con il fine di spezzare solidarietà interna alle mura e esterna in strada; undici detenzioni e nove carceri sparpagliati con Le Vallette, carcere di Torino, minimamente toccato da questa ondata di arresti. Qualcuno nei piani alti si ricorda ancora, forse, il presidio risoluto del 14 dicembre scorso, quando in gabbia a Torino c'erano Claudio, Mattia, Nicco e Chiara a cinque giorni dall'arresto del 9 dicembre e tutta la solidarietà mostrata nel corso di questi mesi ovunque? Noi crediamo proprio di si...
Questa operazione non riguarda solamente la vitale lotta contro gli sfratti, ma, non ci vuole molto a capirlo, cerca anche di zittire e fiaccare altre lotte presenti in città, portate avanti da compagne e compagni generosi a Torino: la lotta contro l'alta velocità e la solidarietà ai 4 accusati di terrorismo, la lotta contro il CIE di Via Brunelleschi, la lotta contro il carcere e lotta contro ogni fascismo, tema purtroppo ancora caldo dopo la coltellata di un nazi, coperto da altri cinque, rifilata domenica sera ad un individuo che aveva “segni visibili” di essere un compagno.
Ma c'è di più... Questo ennesimo tentativo di colpire individui che lottano contro l'esistente, tentando la via del concorso e non dei reati associativi (dopo che quest'ultima accusa è andata male anche nei processi contro i compagni anarchici di Bologna e Trento), viene fatto per spezzare relazioni variegate intercorse, dove la mediazione dello Stato non è più la base per costruire le proprie vite, dove il contratto sociale che nessuno ha mai firmato con qualsiasi autorità viene disatteso continuamente, dove la becera dicotomia fra legale e illegale viene negata dalla scelta individuale e collettiva di dare un'intensità altra alle proprie vite, che è in antitesi con un'esistenza fatta di sfratti, alta velocità, razzismo e gabbie.
Se tutto questo viene attaccato, nessuno può rimanere fermo a guardare, perché con questo atto vengono attaccate tutte le passioni di vivere una vita realmente vissuta senza sbirri, senza Stato, senza autorità, senza galere e senza questo mondo dominato dalla merce.
Un caldo abbraccio a Fabio, Paolo, Andrea, Fra, Michele, Toshi, Daniele, Nicco, Beppe, Chiara, Nico, Claudio, Gabrio, Marco, Marianna, Maria, Simona, Moski, Rasta, Sofia, Davide, Simone, Claudia, Graziano, Pier, Cam, Mattia, Fabi e Sabbo.
Libere/i tutte/i e subito!

Arrabbiati da Cremona