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4211 modi per lottare, pensierini sulle elezioni locali cremonesi

In questa campagna elettorale cremonese abbiamo visto di tutto: razzismo sdoganato da più fronti con fascisti e leghisti invitati dappertutto (nelle scuole e anche a parlare di volontariato), ex-sbirri candidati, il PD primo partito, quello che ha creato i lager di Stato detti CIE (Centri di Identificazione e Espulsione per immigrati), quello stesso partito responsabile della devastazione e dei saccheggi dei territori (vedasi il Tav il Val di Susa, le discariche di amianto e gli inceneritori sparsi per questo paese), delle leggi speciali sugli sfratti e altre nefandezze.
Insomma tanti motivi, per dire che “la miseria si fa virtù”...
Il dato che fa più impressione, per chi rimane ancora impressionato dalla decadenza di questo mondo, sono i 4211 voti nazisti dati dai cremonesi, cioè la somma di voti presi da Zagni, candidato sindaco delle Lega noto per la sua campagna elettorale incentrata contro gli immigrati (vedasi gli aberranti presidi anti-profughi in città) e i diversi, Galli, il ridicolo fascista del terzo millennio candidato di Casa Clown e i voti presi da Fratelli D'Italia, partitino fascista che appoggia il canoista Perri. Ecco questi 4211 voti sono uno dei tanti motivi per continuare a lottare anche qui nel territorio cremonese, un territorio ormai segnato dalla caccia all'uomo contro immigrati nelle strade, profughi, anarchici, sovversivi e individui che resistono in strada alla violenza poliziesca e istituzionale.
Nessuno può dimenticare la repressione nei parchi e nel mercato cittadino contro gli immigrati, gli sfratti eseguiti su povera gente e le cariche della polizia contro gli antifascisti avvenute negli ultimi mesi.
Non ci interessa sapere chi sarà il prossimo sindaco perché “votare significa null’altro che scegliere a quale dei pochi padroni presenti sulla scheda l’elettore preferisce obbedire, e con quale delle potenziali regole presenti sulla scheda l’elettore vuole essere governato. Poiché il processo democratico si basa sulla regola della maggioranza, la “scelta” dell’individuo non determinerà comunque quale genere di servitù dovrà sperimentare.
Sarà la scelta della “maggioranza” a determinarla per chiunque.
Insomma, votare non è agire, né assumersi la responsabilità della propria vita. Ne è l’esatto opposto. Quando le persone votano, stanno affermando di accettare l’idea che altri debbano determinare le condizioni della loro vita e del loro mondo. Stanno sostenendo che altri devono determinare i limiti delle scelte che fanno, preferibilmente semplificando queste scelte in mere decisioni questo/quello. Stanno delegando ad altri la responsabilità di prendere decisioni. In altre parole, chi vota sta ammettendo di accontentarsi di lasciare la propria vita nelle mani di altri, di rifiutare la responsabilità di creare la vita come la desidera, di evitare il compito di trovare i modi di decidere ed agire direttamente con altri che potrebbero portare a una reale trasformazione della realtà sociale.”
Continuiamo da essere in strada al fianco dei fratelli contro la violenza in divisa, continueremo ad opporci ad ogni forma di razzismo che sia leghista o di Casa Pound, continueremo a dare solidarietà ai detenuti perché siamo nemici di ogni gabbia e disertori di ogni frontiera e bandiera.
Continueremo a dire che ''Terrorista è lo Stato'' e che Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò li vogliamo vedere con noi in strada e nelle valli e non rinchiusi in regime di alta sorveglianza, perché il Tav va sabotato, la terra selvaggia va difesa e le galere vanno distrutte. Il nostro agire non si ferma all'atto di negazione. Dobbiamo decidere se continuare ad obbedire o farla finita con tutto questo. Non possiamo relegare i nostri desideri ad un fredda scheda elettorale, perché quando la vita brucia non sia ha più voglia di abitare qui, ma di vivere l'aurora insieme al tramonto di questo vecchio mondo.

Anarchiche e anarchici di Cremona