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Riceviamo il testo di un volantino diffuso al presidio permanente No Tap negli ultimi giorni:

ADESSO TOCCA A NOI

Il tempo della mediazione è finito.
L'avvio dei lavori di Tap, con l'espianto dei primi quattro alberi dall'area di cantiere dove dovrà essere realizzato il pozzo di spinta, ha strappato il velo – nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno – alle ultime illusioni di chi credeva che la via burocratica, istituzionale e giudiziaria, potessero realmente bloccare i lavori. Che questo genere di opposizione non potesse fermare un'opera gigantesca, che coinvolge più Stati e potentati economici fortissimi era chiaro fin dall'inizio, così come era chiaro che qualche amministrazione comunale e qualche ricorso in tribunale non potessero bloccare un'opera considerata “di interesse strategico nazionale”.
Ora che la Legge si sta schierando con se stessa, ora che le amministrazioni comunali dovranno riallinearsi alle direttive degli organi superiori e sono state richiamate all'ordine, ora che il governo regionale, novello Ponzio Pilato, ha lavato per bene le sue mani per sentirsi ed apparire incolpevole, non possiamo più farci illusioni. Non basterà più appellarsi alla sopravvivenza di alcuni ulivi per fermare le ruspe difese da un apparato di vigilanza privato. Non servirà a nulla affermare che si deturperanno le coste per impietosire imprenditori che hanno il cuore a forma di salvadanai.  Non avrà senso puntare sullo sviluppo del turismo per far ragionare un mercenario a capo della sorveglianza di Tap. Non sarà opportuno chiedere alla forze dell'ordine di intervenire a tutela dei cittadini: sarà lo Stato a chiedergli di tenere d'occhio i cittadini.
Una sola strada è rimasta percorribile: quella del nostro intervento diretto, a tutela del territorio che viviamo, della nostra salute, delle nostre vite e della nostra dignità. Metterci in mezzo in prima persona per bloccare un'opera inutile e nociva, ennesimo progetto di devastazione calato a forza sulle nostre teste per i soliti interessi di pochi. I lavori veri e propri sono appena partiti e, fino alla completa ultimazione, saranno ancora lunghi. Possiamo ancora fare tanto per bloccarli e rendere difficoltoso il loro progetto costruito sulla nostra sopraffazione.
Ci saremo tutti?

Nemici di Tap

Berna (Svizzera) - Ritorno su una settimana agitata

Traduzione da renverse.co

Un vento di rivolta soffia sulla capitale.
Uno stabile occupato è stato sgomberato nella giornata di mercoledi 22 febbraio e un altro ha ricevuto un avviso di sgombero per il giovedi seguente a mezzogiorno.
Motivi che hanno spinto delle persone ad uscire la sera del giorno dello sgombero per lanciarsi in piccoli scontri.
Ci sono stati altri cortei venerdì e sabato sera.

Aggiornamento del 26.02

Sabato sera una nuova manifestazione è stata annunciata per le 20 davanti al centro autonomo della Reitschule. La decisione  che è stata presa era di tentare una manifestazione colorata e non-offensiva, nella speranza che la polizia lasciasse la possibilità al corteo di avere luogo. Al concentramento erano presenti tra le 400 e 500 persone ma quando il corteo ha tentato di uscire dal perimetro della Reitschule, la polizia l'ha bloccato accerchiando i/le manifestantx con dei camion dotati di griglie, idranti, ecc. Rendendo impossibile l'uscita e il corteo.

Un centinaio di persone hanno allora costruito delle barricate tutto attorno del centro autonomo e affrontato la polizia per molte ore.  Due manifestanti sono stati feriti e sei persone sono state controllate più tardi durante la notte vicino alla stazione e portate in centrale di polizia. La polizia ha annunciato di avere dieci feritx tra le sue fila,
principalmente a causa dei laser.
Fatto interessante: durante la serata alcuni camion di proprietà delle ferrovie svizzere sono stati incendiati. Potrebbe essere che troviamo qui di seguito qualche ragione sul perchè questo agire:

Perché attaccare la CFF [Testo in francese sulle responsabilità dell'azienda ferroviaria rispetto ad apparato detentivo, deportazione di migranti e controllo sociale]

Aggiornamento del 24.02 - 23.30

Un centinaio di persone si sone radunate verso le 20 davanti al centro autonomo della Reitschule per provare di camminare fino alla prigione situata in faccia al posto, quando un'armata di sbirri con 2 idranti e veicoli con barriere metalliche hanno accerchiato lo stabile della Reitschule impedendo alla gente di uscire. Gli sbirri sono stati allora attaccati a più riprese ed gli scontri sono tuttora in corso.

Aggiornamento del 22.02

Questo mercoledi mattina una casa occupata da dicembre 2016 in Effingerstrasse e minacciata di sgombero da varie settimane è stata sgomberata.
Lo sgombero è durato 7 ore, 19 persone sono state arrestate dentro la casa (parzialmente rilasciate il mercoledì sera), un centinaio d'agenti di polizia accompagnati da un idrante sono stati mobilitati e mezzo quartiere isolato. Le persone all'interno si sono difese con fuochi d'artificio e diverse barricate. Intorno alla casa, una cinquantina di
persone si sono radunate per sostenere le persone resistenti all'interno, portando cibo e musica.
Poi intorno alle 15 un primo piccolo corteo spontaneo ha attraversato la città.
La sera stessa verso le 21 un corteo di circa 400 persone in collera si è lanciato nelle strade del quartiere studentesco di Berna, dopo un'ora circa di rivolta il corteo è terminato davanti alle porte della Reitschule.

Foto di alcuni momenti: